Il nuovo Codice degli Appalti entrerà in vigore dal 1°aprile 2023, ma norme ed allegati saranno efficaci a partire dal 1° luglio prossimo. Ecco tutte le novità presenti nel Testo approvato dal Consiglio dei Ministri.

Semplificazione, sburocratizzazione e liberalizzazione: queste le parole d’ordine del nuovo Codice degli Appalti approvato il 28 marzo dal Consiglio dei Ministri. Il testo, rivisto ed integrato secondo le osservazioni delle commissioni parlamentari si basa su due principi cardine: il principio di risultato ed il principio di fiducia.

L’obiettivo del Governo, con questa Riforma, è quello di tagliare i tempi delle opere con un risparmio quantificato in un periodo che va da sei mesi ad un anno. Ma, soprattutto, quello di digitalizzare l’intero sistema degli appalti. Nel cronoprogramma che vede l’entrata in vigore del nuovo Codice il prossimo 1° aprile e la sua efficacia attiva dal 1° luglio, spicca anche la data della digitalizzazione delle procedure fissata al 1° gennaio 2024.

Ma ecco tutte le principali novità del Codice degli Appalti 2023.

Codice degli Appalti 2023, affidamenti diretti, appalti sotto soglia e gare

Gli affidamenti diretti sono previsti per appalti fino a 5.3 milioni di euro, così come indicato dalla soglia Ue. Nello specifico:

  • per lavori di importo pari a 150mila euro è possibile procedere con l’affidamento diretto;
  • per lavori di importo pari ad 1 milione di euro è possibile procedere con la procedura negoziata senza bando e con invito di 5 imprese
  • per lavori fino alla soglia di 5.3 milioni di euro è possibile procedere con la procedura negoziata senza bando e con invito di 10 imprese.

I piccoli comuni e le Stazioni Appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti rispettando, comunque, il principio della rotazione per gli appalti. Per importi fino a 500mila euro piccoli comuni e Stazioni Appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per soggetti qualificati.

Unioni di comuni, grandi comuni, capoluoghi di regione o provincia e città metropolitane sono considerate automaticamente Stazioni Appaltanti Qualificate. Questi, comunque, saranno soggetti a verifiche annuali.

Codice degli Appalti 2023, via alla digitalizzazione

Sarà la digitalizzazione delle procedure (in vigore dal 2024), secondo le stime del Governo, a tagliare da sei mesi ad un anno, i tempi di celebrazione di una gara d’appalto.

È prevista la creazione di una Banca Dati degli Appalti al cui interno saranno inserire tutte le informazioni relative alle imprese. Questa sarà sempre consultabile ed utilizzabile e farà capo all’ANAC.

Soggetti appaltanti, ma anche imprese e cittadini avranno disponibili on line i dati per garantire trasparenza.

Codice degli Appalti 2023, ritorna l’Appalto Integrato

La misura torna, nuovamente, in vigore (non per gli appalti relativi ad interventi di manutenzione ordinaria). Le stazioni appaltanti potranno affidare il contratto ad un unico operatore con oggetto sia la progettazione esecutiva che l’esecuzione dei lavori, sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato

È prevista, per semplificare la conclusione dei lavori, lo strumento del subappalto “a cascata”. Ovvero senza limiti.

Codice degli Appalti 2023, solo 2 i Livelli di Progettazione e spazio al BIM

Eliminati i Livelli Intermedi di Progettazione. Restano due step, al netto di successivi approfondimenti tecnici. Ovvero il Progetto di Fattibilità Economica ed il Progetto Esecutivo.

Dal 1° gennaio 2025 i progetti superiori ad 1 milione di euro dovranno essere predisposti tramite BIM. Sono, inoltre, previsti degli incentivi rivolti alle Pubbliche Amministrazioni che vorranno dotarsi di strumenti BIM.

Codice degli Appalti 2023, la salvaguardia del Made in Italy

All’interno del nuovo Codice è presente la norma “Prima l’Italia”. Questa rappresenta una clausola di salvaguardia del Made in Italy e prevede premi in merito all’utilizzo di materiali e forniture prodotti in Italia o nei Paesi dell’Unione Europea.

Codice degli Appalti 2023, dal Responsabile Unico del Procedimento al Responsabile Unico del Progetto

Rivista la figura del RUP che da Responsabile Unico del Procedimento diventa Responsabile Unico del Progetto.

A questa “nuova figura” vengono affidate le responsabilità relative a programmazione, progettazione, affidamento e di esecuzione delle procedure soggette al Codice degli Appalti.

Codice degli Appalti 2023, introdotto il “dissenso costruttivo”

Il nuovo strumento è stato introdotto per superare lo stop degli appalti nelle occasioni in cui è coinvolta una pluralità di soggetti.

In sede di Conferenza dei Servizi, ad esempio, l’ente che esprime il proprio dissenso in merito ad un progetto dovrà motivare la sua posizione ed offrire una soluzione alternativa.

La valutazione dell’interesse archeologico, proprio per velocizzare l’iter, dovrà essere effettuata contestualmente alle procedure di approvazione del progetto.

Codice degli Appalti 2023, l’Illecito Professionale

Nella riformulazione del Codice si è proceduto ad una razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione, anche attraverso una maggiore tipizzazione delle fattispecie. In particolare, per alcuni tipi di reato, l’illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari.

Codice degli Appalti 2023, la revisione dei prezzi

È confermato l’obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5%, con il riconoscimento in favore dell’impresa dell’80% del maggior costo.