Il gas Radon cos’è e come ci si difende

Da febbraio 2018 diventa obbligatoria la misurazione dei livelli di gas radon nei luoghi di lavoro. La misurazione semestrale del gas radon, entrerà in vigore il 3 febbraio 2018, entro quella data bisognerà attrezzarsi per evitare sanzioni. Ma cos’è nel dettaglio il gas radon? Dove si trova e come ci possiamo difendere?

Radon: elemento chimico

Il Radon è un elemento chimico radioattivo gassoso, inodore e incolore, appartenente alla famiglia dei gas nobili o inerti. Viene prodotto per decadimento nucleare del Radio che a sua volta proviene dall’Uranio, elementi presenti in tutta la crosta terrestre. Il Radon viene generato continuamente da alcune rocce ed in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, porfidi, graniti e da alcune argille e gessi. Disciolto e veicolato può essere presente nelle falde acquifere in cui la concentrazione dipende dalle proprietà chimiche e strutturali delle rocce attraversate dalla falda stessa. La fuoruscita del gas è inoltre legata a fattori atmosferici come le precipitazioni, la temperatura, la pressione. La presenza del radon si può riscontrare anche in materiali da costruzione ricavati dal riciclo di materiali contaminati, quali i cementi e le ceramiche prodotti con scorie di alto forno, i mattoni prodotti con fanghi rossi e i cementi di origine pozzolanica.

Il Radon viene prodotto da tre nuclidi capostipiti che danno luogo a tre diverse famiglie radioattive, essi sono il Thorio 232, l’Uranio 235 e l’Uranio 238. L’uranio-238 è il capostipite di una catena naturale che attraverso successivi decadimenti del nucleo si trasforma in elementi e isotopi diversi fino a raggiungere l’isotopo stabile del piombo-206. Durante tutto il processo vengono emesse, ad ogni trasformazione nucleare, radiazioni ionizzanti di diverso tipo: alfa, beta, gamma o combinazioni di esse.

Schema di decadimento dell’Uranio 238 [Fonte: www.vialattea.net]

L’uranio e il radio sono elementi solidi, ma il radon è un gas e quindi è in grado di muoversi e di fuoriuscire dal terreno, dai materiali da costruzione e dall’acqua ed entrare negli edifici. Anche il radon emette radiazioni e si trasforma in altri elementi. Questi ultimi sono definiti “prodotti di decadimento” o “figli” del radon e sono a loro volta radioattivi ed emettono ancora radiazioni. In particolare, oltre al radon-222, il polonio-218 e il polonio-214 emettono radiazioni alfa che sono vere e proprie particelle energetiche che producono un notevole danno durante il breve tratto di tessuto che eventualmente attraversano. Non esiste luogo ove il radon non sia presente. In atmosfera si disperde rapidamente e non raggiunge quasi mai elevate concentrazioni, ma nei luoghi chiusi, e soprattutto a contatto con il terreno, può arrivare a concentrazioni tali da rappresentare un rischio eccessivo per gli occupanti. Come unità di misura viene utilizzato il:

Bq/m3 (Becquerel per metro cubo)

che rappresenta il numero di disintegrazioni nucleari che ogni secondo sono emesse in un metro cubo di aria. In pratica, una concentrazione di 100 Bq/m3 vuol dire che 100 nuclei di radon si stanno trasformando, ogni secondo, in ogni metro cubo di aria, emettendo radiazioni.

Come proteggerci dall’inquinamento da gas radon

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano e di conseguenza una delle maggiori cause del cancro ai polmoni dopo il fumo. La prevenzione è dunque fondamentale. Attraverso il rilevamento e la misurazione del gas radon è possibile tenere costantemente sotto controllo gli ambienti e quindi la qualità dell’aria che inaliamo.


Per saperne di più sul gas radon:

Tutto sul Radon: rischi e misure di prevenzione

Rilevamento e misurazione del gas Radon

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