La potatura secca della vite
La potatura secca, o invernale è una gestione agronomica della vite mirata a garantire l’equilibrio vegeto-produttivo che deve continuare con la potatura verde. Teniamo presente che la produzione della vite avviene:
- Sui tralci dell’anno sviluppati dalle gemme presenti sul legno dell’anno precedente (qui abbiamo la produzione prevalente della vita).
- Sui succhioni sviluppati su legno di più anni.
- Sulle femminelle originate dai tralci dell’anno.
Questa operazione deve essere effettuata nel periodo invernale, meglio eseguirla tra febbraio e marzo, cosi possiamo individuare ed eliminare i tralci con gemme danneggiate dalle basse temperature, cercando di terminare l’operazione prima del pianto. Si possono distinguere due forme di potature (corta o lunga) in base alla lunghezza dei tralci lasciati.
- Potatura Corta: si adatta meglio nelle forme di allevamento quali cordone speronato, GDC e cordone libero caratterizzate dalla presenza di un cordone permanente. Bisogna lasciare sul cordone degli speroni di 2-3 gemme. Questo tipo di potatura si adatta meglio ai vitigni caratterizzati da una buona fertilità delle gemme basali.
- Potatura lunga: si adatta meglio nelle forme di allevamento quali il Guyot, le Pergole, il Sylvoz e il Doppio Capovolto, ecc.. Ma resta quasi obbligata per tutte le varietà che presentano le prime gemme sterili o comunque poco produttive, dove si lasciano uno o più tralci di lunghezza variabile, con un numero di gemme compreso tra 8 e 15. Questa tecnica di potatura è possibile utilizzarla anche per i vigneti con una buona fertilità delle gemme basali. Facendo attenzione nel lasciare i tralci ben lignificati, senza danni e di medio sviluppo, eliminando il resto.
Se viene eseguita una giusta scelta sulla lunghezza dei tralci e di conseguenza sul numero delle gemme lasciate abbiamo una pianta equilibrata. Riscontriamo questo equilibrio quando la pianta riduce o blocca la sua crescita vegetativa per concentrarsi sulla maturazione delle uve. Il numero di gemme lasciate influenza il numero di grappoli prodotti, per questo bisogna considerare la fertilità del suolo e la vigoria della pianta. Il nostro obiettivo è equilibrare la massa verde (il numero delle foglie) e il numero dei grappoli. Facciamo due esempi:
- Un carico eccessivo di grappoli rispetto alla potenzialità della pianta riduce la possibilità di ottenere uve di qualità.
- Un carico ridotto di grappoli può causare una maturazione delle uve in modo precoce senza consentire un’ adeguato accumulo di sostanze fenoliche, riducendo la qualità delle uve.
A carattere illustrativo di seguito suddividiamo in due gruppi, in base alla fertilità basale, alcune varietà di vitigni:
- Buona fertilità: Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pecorino, Cococciola, Aglianico, Sangiovese, Chardonnay, Moscato Bianco, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Malvasia nera, Nebbiolo, Negroamaro, Primitivo, Riesling Italico, Riesling Renano, ecc.
- Scarsa fertilità: Barbera, Verduzzo, Trebbiani, Passerina, Montonico, Cabernet Franc, Cannonau, Malvasie bianche, Refosco, Sauvignon, Verdicchio,Tocai, Raboso, Rondinella, Marzemino, ecc.
Nel prossimo bollettino parliamo della potatura secca per singola forma di allevamento a tralcio rinnovato.
Analisi condotta dal Dott. Agronomo Silvano Scioli