Decreto Requisiti Minimi 2025: cosa cambia per APE e prestazioni energetiche degli edifici

Il 5 dicembre 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (numero 283) il nuovo Decreto Requisiti Minimi 2025 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che aggiorna il quadro normativo definito dal decreto del 26 giugno 2015.

Si tratta di un intervento molto atteso, che introduce modifiche rilevanti nel calcolo delle prestazioni energetiche, nella classificazione energetica degli edifici e nelle verifiche richieste per nuove costruzioni, ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.

Il decreto entra in vigore 180 giorni dopo la pubblicazione, con applicazione a partire dal 3 giugno 2026 su tutto il territorio nazionale.


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Le principali novità del Decreto Requisiti Minimi 2025

Aggiornamento delle definizioni tecniche

Il decreto aggiorna diverse definizioni chiave in ambito energetico legate alla prestazione energetica degli edifici.

Tra queste, il concetto di ponte termico viene riallineato alla norma UNI EN ISO 10211. Viene inoltre introdotta la definizione di parcheggio adiacente all’edificio, utile ai fini delle verifiche energetiche e impiantistiche previste dal nuovo quadro normativo.

Nuove norme di calcolo per APE e prestazione energetica

Il Decreto Requisiti Minimi 2025 aggiorna in modo significativo le norme tecniche utilizzate per il calcolo della prestazione energetica degli edifici: nello specifico vengono integrate le nuove parti della serie UNI/TS 11300, comprese quelle relative ai servizi ausiliari, alle fonti rinnovabili e ai sistemi di generazione.

Per gli edifici non residenziali, assumono maggiore importanza anche le norme dedicate alla valutazione dell’illuminazione artificiale, oggi parte integrante del calcolo energetico.

Metodologia di calcolo più aderente al comportamento reale

La prestazione energetica globale sarà determinata sulla base dell’energia primaria annuale per singolo servizio (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione), utilizzando un calcolo mensile evoluto.

Il Decreto valorizza con maggiore precisione il contributo delle energie rinnovabili installate, con un approccio più aderente al comportamento energetico reale dell’edificio.

Requisiti più stringenti per involucro e impianti

Il nuovo decreto introduce verifiche più dettagliate riguardanti:

  • trasmittanze termiche dell’involucro edilizio;

  • valutazione aggiornata dei ponti termici;

  • efficienza dei sistemi impiantistici (pompe di calore, sistemi ibridi, VMC, distribuzione, regolazione e contabilizzazione).

Tali verifiche si applicano, con livelli diversi, a nuove costruzioni, ristrutturazioni importanti di primo e secondo livello e riqualificazioni energetiche.

Integrazione di aspetti edilizi e qualità ambientale

Oltre all’efficienza energetica, il Decreto Requisiti Minimi 2025 considera anche:

  • comfort termo-igrometrico;

  • qualità dell’aria interna;

  • sicurezza antincendio;

  • aspetti correlati al rischio sismico.

In un’ottica di transizione energetica e mobilità sostenibile, viene inoltre rafforzato l’obbligo di predisposizione delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

Impatti pratici su APE, progettazione e interventi edilizi

APE 2026: classi energetiche non confrontabili con quelle precedenti

Gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) redatti secondo il nuovo decreto non saranno direttamente confrontabili con quelli basati sulla normativa precedente: cambiando metodologia di calcolo, fattori di conversione e peso delle energie rinnovabili, edifici con la stessa classe energetica potrebbero presentare prestazioni molto diverse rispetto al passato.

Questa è una delle modifiche più significative del Decreto Requisiti Minimi 2025 in ottica di trasparenza e allineamento agli obiettivi europei.

Ampliamenti e nuove costruzioni: criteri più chiari

Il decreto stabilisce che un ampliamento è assimilato a una nuova costruzione quando:

  • supera il 15% del volume climatizzato esistente, oppure

  • supera i 500 metri cubi di volume.

In questi casi, l’intervento dovrà rispettare tutti i requisiti previsti per le nuove costruzioni e per l’edificio di riferimento aggiornato. Per ristrutturazioni importanti e riqualificazioni, le verifiche risultano più chiare, uniformi e coerenti con gli obiettivi di efficienza energetica 2025–2030.

Impianti e comfort: nuovi elementi centrali nella valutazione

Il decreto attribuisce un ruolo maggiore a:

  • efficienza stagionale dei generatori;

  • regolazione ambiente per ambiente;

  • ventilazione meccanica controllata;

  • contabilizzazione nei sistemi centralizzati.

L’edificio di riferimento non è più un modello astratto, ma un sistema integrato coerente con involucro, impianti, comfort, rinnovabili e infrastrutture di ricarica elettrica, quando previste.

Perché il Decreto Requisiti Minimi 2025 è un passaggio chiave

Il nuovo decreto rappresenta un riallineamento della normativa nazionale agli obiettivi europei di:

  • efficienza energetica;

  • riduzione delle emissioni;

  • sostenibilità del parco edilizio;

  • incremento dello standard minimo di prestazione energetica.

Per chi progetta, ristruttura o certifica un edificio, il cambiamento implica:

  • maggiore attenzione alla progettazione integrata involucro–impianti;

  • valorizzazione delle fonti rinnovabili;

  • distinzione più accurata tra tipologie di intervento edilizio;

  • aggiornamento delle competenze e dei metodi di calcolo energetico.

Utilizzare il periodo transitorio in modo consapevole significa arrivare preparati all’applicazione obbligatoria della nuova normativa e realizzare edifici più efficienti, durevoli e conformi agli standard energetici 2026.