Analist Group, SanaRadon: monitoraggio e rilevamento continuo Radon. Tecniche attive e passive per il rilevamento, il risanamento e la riduzione della concentrazione del gas Radon nell’edilizia.
Gas Radon eliminazione: la sua eliminazione completa non è possibile, incolore e inodore, il gas Radon si è guadagnato così il nome di “Killer Silenzioso“. Esistono però diverse ed efficaci azioni attraverso le quali è possibile ridurre la concentrazione sotto la soglia limite di 500 Bq/m3. E’ possibile dividere i rilevatori di Radon in due tipologie: rilevatori attivi e rilevatori passivi. Misuratori attivi: le apparecchiature per il monitoraggio e il rilevamento attive sono strumenti alimentati da energia elettrica che permettono di rilevare istantaneamente la conentrazione di gas radon nell’ambiente oggetto della verifica, vanno collegati alla rete elettrica oppure alimentati a batterie. Queste apparecchiature non sono nocive poiché non emettono nessua radiazione. Vengono fornite di monitor display oppure è possibile collegarle ad un PC, Smartphone o altro, per registrare e quindi monitorare la variazione della concentrazione di gas Radon. Funzionano all’aria aperta o in ambiente confinato. Misuratori passivi: comunemente chiamati dosimetri non richeidono alimentazione di energia elettrica. Vengno lasciati nell’ambiente da monitorare per il tempo che occorre e successivamente vengono prelevati per essere analizzati. All’interno hanno un polimero che reagisce alle radiazioni del 222Rn. Per elaborare e ottenere i dati occorre un analisi fisico-chimica in laboratorio.
Gas Radon cos’è? Il Radon è un elemento chimico scoperto nel 1898 dai coniugi Curie, appartiene alla famiglia dei gas nobili, nella tavola periodica viene rappresentato con il simbolo Rn.
Simbolo: Rn
Numero atomico: 86
Fonti del radon:
Dove si trova il Radon?
Terreno intorno alle case 69,3%;
Acqua dei pozzi 18,5%;
Aria aperta 9,2%;
Materiali da costruzione 2,5%;
Approvvigionamento idrico comune 0,5%
Come difendersi dal Radon? Gli interventi atti a risanare gli ambienti e quindi a diminuire la concentrazione di gas Radon possono essere attivi o passisivi, possono essere effettuati su edifici ex novo o esistenti. Nel caso degli interventi passivi si può intervenire sigillando le fessure dei pavimenti, le intercapedini delle porte esterne e finestre e delle pareti interrate con materiali non permeabili al Radon. E’ possibile anche isolare le strutture dal terreno con guaine o altri impermeabilizzanti. Questa tipologia di interventi sono sicuramente più efficaci e meno costosi se effettuati su un edificio ex novo. La più efficace tra le tecniche attive è sicuramete la Ventilazione forzata, in particolare quella con recupero del calore si sposa perfettamente con gli interventi per migliorare le prestazioni energetiche dell’eificio. Con questa tecnica possiamo tenere costantemente sottocontrollo il valore massimo all’interno dell’edificio. Viene calcolato il volume d’aria da espellere durante la giornata in modo da mantenere il livello di gas radon sotto il valore stabilito in fase di progettazione. Una tecnica più sofisticata è la Ventilazione forzata automatica, la ventilazione viene azionata da una centralina collegata a dei sensori, la quale al raggiungimento di una soglia stabilita di concentrazione di gas Radon invia l’input e aziona il sistema di ventilazione. Altre tecniche sono la depressurizzazione del vespaio, la suzione del sottosuolo (allontanamento delle acque) e la parete ventilata (rientra anche tra le tecniche passive). Come per le tecniche passive anche in questo caso è sempre conveniente intervenire su edifici ex novo.
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Gas Radon in Italia: in Italia ogni regione procede con il monitoraggio in modo differente. Interessante è la pianficazione proposta (e messa in atto) dalla Valle d’Aosta. In Valle d’Aosta l’ARPA ha stabilito che in tutti i comuni della regione vengono fatte misure su un numero di abitazioni non inferiore alle 10 abitazioni e dove è possibile verificare un numero di abitazioni pari al numero degli abitanti del comune da monitorare diviso 100. Nello stesso comune vengono verificate tutte le scuole di ogni ordine e grado. I dati raccolti vengono elaborati statisticamente per maglie di 4 Km2 (2 x 2) e georeferenziati valutando la correlazione con la natura geologica del territorio e con le concentrazioni di radon rilevate nelle acque di sorgente. ARPA Puglia ha raccolto tutti i dati raccolti in una mappa QGIS. Il portale cartografico è disponibile a questo link Geoportale Puglia. All’interno è possibile visualizzare gli strati informativi di dettaglio, gli stessi dati non hanno valore giuridico – legale ma solo informativo. Dalla mappa si evince che la zona salentina è maggiormente esposta al gas Radon, dove in più verifiche si è superato il valore minimo.
Per limitare i rischi dovuti al Radon è quindi necessario limitare la sua concentrazione nell’aria. Come?
Con SanaRadon è possibile monitorare il livello di concentramento di Radon nell’atmosfera per limitarne gli effetti nocivi mediante una buona aerazione degli ambienti o nei casi più gravi interventi di ristrutturazione finalizzati a ridurre l’ingresso del Radon nell’edificio. Se sei un Professionista puoi proporre SanaRadon aggiungendo un servizio innovativo per il monitoraggio, rilevamento del Radon e la bonifica degli ambienti interessati. Al tecnico la possibilità di effettuare sopralluoghi e verifiche periodiche per accertare l’effettiva diminuzione della presenza del gas. SanaRadon scopri di più >>>
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Fonti: ARPA Puglia; Wikipedia; La Stampa; La Gazzetta del Mezzogiorno; Salute.gov.it; www.unicam.it; www.iss.it; www.webgis.arpa.puglia.it; http://www.registrotumorivco.org