FAQ TermiPlan
Domande e risposte su TermiPlan e sulla certificazione energetica
Tutto sul software TermiPlan per la certificazione energetica.Nella prima pagina del nuovo APE, nella parte in basso a destra, è riportata una tabella che indica delle informazioni utili per fare una comparazione delle prestazioni energetiche del nostro edificio con un edificio nuovo, che rispetta tutti i requisiti minimi, ed uno esistente.
La sezione “Se nuovi” viene compilata automaticamente dal software TermiPlan.
La sezione “Se esistenti”, ossia dedicata alla comparazione del nostro edificio con edifici analoghi esistenti, risulta vuota in quanto è obbligatoria a decorrere da 18 mesi a partire dall’entrata in vigore dei Decreti attuativi della Legge 90/2013 (1 Ottobre 2015).
I Decreti del 1 Ottobre 2015 prevedono che, per quanto riguarda i dati dell’edificio oltre a tutte le informazioni generali ed alla zona geografica, debbano essere inserite anche le coordinate GIS. In TermiPlan è possibile inserire le coordinate direttamente dal pannello Dati Generali.
Il software si interfaccia con Google Earth, previa attivazione della Google KEY FAQ 18, per poter reperire immediatamente dette coordinate; è sufficiente cliccare sul pulsante con i 3 puntini a destra che aprirà a video una finestra in cui occorre ricercare l’edificio.
Nella finestra, in alto a sinistra, è presente un campo di ricerca che ci consente di localizzare la zona in cui è posizionato l’edificio; nel campo è possibile inserire la via del fabbricato.
Individuata l’area, basta spostare il segnaposto sull’edificio da certificare. In questo modo verranno lette in automatico le coordinate dell’edificio e verranno mostrate in alto a destra. Cliccando su [Ok] le coordinate verranno inserite in TermiPlan.
Inserimento manuale delle Coordinate da Google Earth
In alternativa, è possibile inserire manualmente le coordinate GIS.
- Avviare Google Earth sul proprio pc. Se non presente occorre prima scaricarlo da internet ed installarlo;
- Dal menù Strumenti -> Opzioni verificare che la visualizzazione delle coordinate sia settata su Gradi Decimali;
- Effettuare la ricerca del fabbricato utilizzando il campo in alto a sinistra, è possibile indicare sia la città sia la strada in cui è ubicato(1). A video verrà immediatamente individuata l’area ricercata (2).
- Attivare il comando “Aggiungi segnaposto”(1) (nella barra in alto) e posizionarlo sul fabbricato di interesse (2) per avere a video le sue coordinate (3);
- Copiare la Latitudine e la Longitudine visualizzate nella finestra del segnaposto di Google Earth ed inserirle negli appositi campi di TermiPlan attivabili con la modalità manuale.
- In questo modo si avranno le coordinate del fabbricato oggetto di certificazione.
In TermiPlan, per poter impostare l’unità come non residenziale, occorre prima di tutto fare doppio clic sull’unità Immobiliare di interesse e, nella finestra che si aprirà a video, scegliere la classe edificio appropriata.
L’allegato 1 del DM 26/06/2015 (art. 3 punto 2), stabilisce che il servizio di illuminazione deve essere calcolato solo per il settore non residenziale.
Inoltre, stabilisce che detto servizio deve essere considerato anche per edifici appartenenti alle categorie E.1, limitatamente a collegi, conventi, case di pena e caserme, E.2, E.3, E.4, E.5, E.6 e E.7 come definite all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, di seguito D.P.R. 412/93.
In TermiPlan, predetto servizio si imposta nella zona termica riscaldata mettendo un segno di spunta all’omonima opzione e compilando tutti i dati relativi all’Illuminazione cliccando sui 3 puntini a destra.
Nel caso in cui l’edificio sia costituito da un unico subalterno si introduce il medesimo valore numerico nelle celle “da” ed “a” (ad esempio sub 10) dell’APE.
In TermiPlan, per l’inserimento dei subalterni si effettua, prima di tutto, la Verifica Termica (1) dal pannello Legge 90/2013 e poi si clicca sul pulsante APE (2).
Nella finestra a video, occorre attivare la sezione Gruppo subalterni(1) dal menù a sinistra ed inserire i subalterni negli appositi campi 1° Sub Da e 1° Sub A nel caso si tratti di un unico subalterno. Ogni subalterno utilizza la coppia di celle “Sub Da” e “Sub A”
Nel caso in cui l’edificio sia composto da più subalterni sequenziali (ad es. per ape convenzionale), si introduce il primo sub nel campo “da” e l’ultimo nel campo “a“ (ad esempio un edificio costituito da subalterni da 50 a 65).
Nel caso in cui siano presenti subalterni non consequenziali si introdurranno i dati in sequenza esaurendo gli spazi della sezione Gruppo Subalterni e continuando la numerazione nella sezione Subalterni.
NOTA BENE: nel caso l’unità sia sprovvista di subalterno, si può inserire un trattino – (meno) per procedere.
Il nuovo modello di APE previsto dal DM 26/06/2015, nella prima pagina, alla sezione Oggetto dell’attestato specifica se trattasi di APE per intero edificio, per unità immobiliare o gruppo di unità.
Qual è la differenza tra queste tre tipologie?
Con “Intero edificio” si intende un edificio composto da una sola unità immobiliare (ad es. villetta monofamiliare, hotel, etc).
Con “Unità immobiliare” si intende una sola unità all’interno di un edificio pluri-unità.
Infine, per “Gruppo di unità” si deve far riferimento a quanto previsto dall’ Art.6 del D.Lgs. 192/2005 comma 4 che recita testualmente:
” L’attestazione della prestazione energetica puo’ riferirsi a una o piu’ unita’ immobiliari facenti parte di un medesimo edificio. L’attestazione di prestazione energetica riferita a piu’ unita’ immobiliari puo’ essere prodotta solo qualora esse abbiano (( la medesima destinazione d’uso, la medesima situazione al contorno, il medesimo orientamento e la medesima geometria e )) siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto termico destinato alla climatizzazione invernale e, qualora presente, dal medesimo sistema di climatizzazione estiva.”
In TermiPlan, all’interno della sezione Dati Generali (in alto sull’area di disegno), è presente il campo Edificio in cui occorre specificare tale parametro.
L’allegato 1, art. 3 punto 2.1, del Decreto 26 Giugno 2015 stabilisce che:
“Il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’edificio in oggetto, fatti salvi gli impianti di climatizzazione invernale e, nel solo settore residenziale, di produzione di acqua calda sanitaria che si considerano sempre presenti. Nel caso di assenza di impianti, si procede a simulare tali impianti in maniera virtuale, considerando che siano presenti gli impianti standard di cui alla Tabella 1 del paragrafo 5.1 con le caratteristiche ivi indicate”.
Quindi si procede utilizzando una centrale termica avente gli impianti indicati in Tabella 1, relativamente ai servizi di riscaldamento (edifici residenziali e non residenziali) ed acs (edifici residenziali eventualmente anche per edifici non residenziali).
In TermiPlan suddetti impianti simulati (riscaldamento ed acqua calda) sono già inseriti nell’Unità Immobiliare Senza impianto, per cui è sufficiente assegnare i vani dell’unità priva di impianto alla Zona riscaldata senza impianto afferente a suddetta unità.
Le caratteristiche Termiche dei generatori e impianti devono essere uguali a quello dell’Edificio di Riferimento.
Termiplan è già stata predisposta per gestire questi tipologia di edifici, con tutti i parametri a norma di legge. Quindi, semplicemente basta assegnare i vani alla zona Termica Senza Impianto.
N.B.
Nella stampa dell’Ape la sezione “Servizi energetici presenti” include i servizi utilizzati per la determinazione della Classe energetica.
Nel caso di edificio senza impianto, essi sono sempre presenti in quanto la normativa prevede la simulazione nella procedura di calcolo.
L’ Art. 6, comma 5, della Legge 90/2013 stabilisce che:
“L’attestato di prestazione energetica di cui al comma 1 ha una validita’ temporale massima di dieci anni a partire dal suo rilascio ed e’ aggiornato a ogni intervento di ristrutturazione o riqualificazione che modifichi la classe energetica dell’edificio o dell’unita’ immobiliare. La validita’ temporale massima e’ subordinata al rispetto delle prescrizioni per le operazioni di controllo di efficienza energetica dei sistemi tecnici dell’edificio, in particolare per gli impianti termici, comprese le eventuali necessita’ di adeguamento, previste dai regolamenti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 Aprile 2013, n. 74, e al decreto del Presidente della Repubblica 16 Aprile 2013, n. 75. Nel caso di mancato rispetto di dette disposizioni, l’attestato di prestazione energetica decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui e’ prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica. A tali fini, i libretti di impianto previsti dai decreti di cui all’articolo 4, comma 1, lettera b), sono allegati, in originale o in copia, all’attestato di prestazione energetica.”
Per gli edifici privi di impianto termico, si rimanda alla FAQ 047
L’allegato 1, art. 3 al punto 2, stabilisce che l’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile EPgl,nren è espresso in KWh/m2anno.
Quindi viene abolita la distinzione dei risultati tra edifici residenziali e non residenziali.
In TermiPlan, per poter impostare l’unità immobiliare come non residenziale, occorre prima di tutto fare doppio clic sull’unità Immobiliare [1] e, nella finestra che si aprirà a video, scegliere la Classe edificio appropriata [2].
Quindi occorre fare doppio clic sul nome di ciascuna zona termica, presente nell’unità immobiliare in oggetto, e modificare anche qui Classe Edificio [1] e l’eventuale sottocategoria [2].
Si ricorda che, nel caso di unità non residenziale, è obbligatorio considerare il servizio di Illuminazione ed eventualmente, se presente, il servizio di Trasporto.
Questa sezione dell’APE è dedicata all’inserimento di informazioni riguardanti il miglioramento della prestazione energetica, quali gli incentivi di carattere finanziario attivi al momento della redazione dell’APE e l’opportunità di eseguire diagnosi energetiche.
Inoltre è possibile, eventualmente, aggiungere ulteriori informazioni inerenti gli interventi migliorativi inseriti a pagina 2 dell’APE.
Il tecnico certificatore deve obbligatoriamente inviare l’Attestato di Prestazione energetica alla Regione o Provincia autonoma di competenza per territorio, sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Per le modalità di trasmissione, si rimanda ai siti istituzionali per maggiori dettagli.
Entro 15 giorni dall’invio, il certificatore procede alla consegna dell’APE al richiedente/cliente con la ricevuta di avvenuta presentazione dell’APE alla regione.
Per impostare o modificare la data di Emissione dell’APE, basta aprire il pannello dei Dati Generali ed impostare il campo Data Emissione Ape.
Lo scambio termico dei solai verso il terreno può essere calcolato in modo analitico (UNI EN ISO 13370), per edifici di nuova costruzione, oppure semplificato per tutti gli altri tipi di edifici.
In quest’ultimo caso, occorre scegliere la Tipologia del solaio a contatto col terreno (1) e spuntare l’opzione Btrg – Valore Assegnato (2). In questo modo, nella sezione Btrg verrà inserito in automatico il fattore di correzione dello scambio termico del solaio con il terreno (Valore Btr,g) e dovrà essere inserita solo la Trasmittanza dell’elemento a contatto col terreno (Trasm. [W/mqK]).
Il valore Btr,g sarà pari a 0,45 per tutti i solai a contatto col terreno e 0,8 per tutti quelli su spazio areato.
Ricordiamo che questo calcolo semplificato deve essere adottato per tutti i casi di edifici esistenti oppure nel caso in cui non si riesca a reperire informazioni progettuali.
Nel caso di calcolo analitico, in cui si desidera che il Btrg non sia calcolato in modo semplificato, per ciascuna tipologia di solaio devono essere compilati gli appositi parametri che si attiveranno a video.
In questo articolo sono proposti due video che illustrano come aggiungere un nuovo livello in TermiPlan e come allinearlo agli altri livelli.
Si rammenta che il file DWG/DXF utilizzato è uno solo ed è stato importato sul livello più basso del progetto.
Creazione di un nuovo livello |
Allineamento dei livelli |
Si, in quanto l’Attestato di Prestazione Energetica deve essere aggiornato ad ogni intervento che modifica le prestazioni energetiche dell’edificio e dell’impianto (art. 6 comma 5 – Legge 90/2013) oppure nel caso in cui risulti scaduto.
La motivazione del rilascio è solo un dato utilizzato a fini statistici.
A seguito degli ultimi aggiornamenti di Google Earth e di tutte le sue librerie, potrebbero verificarsi dei problemi in fase di caricamento delle Coordinate GIS nel pannello Dati Generali.
In particolare, l’errore che compare è mostrato di seguito.
SOLUZIONE: installare Internet Explorer 11, browser compatibile con gli aggiornamenti di Google Earth ed utilizzato da TermiPlan per il caricamento delle coordinate.
Cliccando qui è possibile scaricare Internet Explorer 11.
In TermiPlan, le coordinate dell’edificio da certificare possono essere ricavate direttamente da Google Earth.
Nel video è illustrata la procedura operativa.
Oltre alla presente procedura, è possibile operare con l’inserimento manuale come descritto nella FAQ 002
Il file AutoCAD DWG/DXF, da caricare in TermiPlan, è preferibile che sia sempre in formato AutoCAD DWG/DXF 2000/LT 2000.
Inoltre, si consiglia di lasciare un numero esiguo di Layer all’interno del file DWG/DXF.
Per caricare il file AutocAD DWG/DXF in TermiPlan, dal menù File occorre attivare il comando Importa.
Una volta caricato, si consiglia di esplodere il file facendo tasto destro – Esplodi.
Il file così esploso può essere ricalcato utilizzando i comandi Muro, porta, finestra e vano di TermiPlan.
In TermiPlan, il pannello solare fotovoltaico deve essere inserito nella Centrale termica elettrica della zona riscaldata.
Quindi, apriamo la zona termica riscaldata e clicchiamo sui 3 puntini a destra di Centrale Termica Elettrica.
Si aprirà l’archivio delle centrali termiche ed occorre selezionare la centrale contenente l’impianto fotovoltaico.
In alternativa, è possibile creare una nuova centrale termica, dedicata all’impianto fotovoltaico, cliccando su [Nuova]
Verrà creata una nuova centrale, a cui daremo un nome (ad es. Centrale termica fotovoltaica) ed in cui andremo ad inserire un nuovo generatore cliccando su [Nuovo Generatore].
Nella schermata del generatore andremo ad impostare Pannello Fotovoltaico nel campo Tipo e daremo un nome al nuovo generatore (ad es. impianto fotovoltaico).
I campi richiesti per il pannello solare fotovoltaico sono:
- Tipologia del modulo: indica la tipologia del pannello fotovoltaico. Occorre scegliere una delle opzioni del campo a discesa. Questo parametro serve a determinare il fattore di potenza di picco nel caso in cui non sia nota la potenza di picco del singolo pannello.
- Grado di ventilazione: deve essere impostata la tipologia di ventilazione dei moduli, che dipende dal posizionamento dei moduli e dalla loro integrazione nell’involucro.
- Azimut: orientamento del pannello fotovoltaico. Il SUD è 0 gradi, EST -90° ed OVEST +90°
- Inclinazione: in questo campo deve essere inserita l’inclinazione del pannello espressa in gradi.
- Area: indica la superficie di captazione complessiva dell’impianto fotovoltaico. Questo campo viene compilato in automatico compilando i campi successivi Numero di moduli ed area singolo modulo.
- Potenza di picco: indica la potenza complessiva di picco dell’intero impianto, viene calcolata in automatico sulla base dei campi di seguito illustrati.
- Albedo: questo parametro rappresenta la capacità di assorbire calore delle superfici e degli oggetti. In questo caso deve essere scelto l’albedo relativo alle superfici circostanti il pannello solare. In pratica, maggiore è il valore di questo parametro e maggiore sarà la quantità di luce che gli oggetti riflettono. I valori di questo parametro sono desunti dalla norma UNI 8477.
- Numero di moduli: indicare il numero di moduli costituenti l’intero impianto fotovoltaico.
- Area singolo modulo: in questo campo occorre inserire l’area di ogni singolo modulo in mq.
- Potenza di picco singolo modulo Wpv: và indicata la potenza di picco del singolo modulo, valutata per un’irradianza di 1 KW/m2 su una superficie a 25 °C. Questo dato viene desunto da schede tecniche e deve essere inserito in W all’interno di TermiPlan. Nel caso in cui non sia nota la potenza di picco del singolo modulo, si può ricavare utilizzando il fattore di potenza di picco, fornito dalla UNI/TS 11300-4, che stabilisce dei valori specifici per ogni tipologia di modulo. Per eseguire il calcolo manuale della potenza di picco, tramite il fattore di potenza di picco, basta cliccare sul pulsante [Calc] a destra del campo Potenza di picco. Nella finestra viene riportata l’area del singolo pannello, desunta dalla finestra principale del pannello, ed il fattore di potenza di picco che dipende dalla tipologia del pannello (campo Tipologia di modulo). Basta cliccare sul pulsante [DFL] per avere il calcolo della potenza di picco del singolo pannello, data dal prodotto dell’area del singolo pannello e dal fattore di potenza di picco.
- Fattore di efficienza Fpv: fattore di efficienza del sistema che tiene conto dell’efficienza dell’impianto fotovoltaico integrato nell’edificio. Nel caso in cui non si conosca tale dato basta cliccare su [Dfl] e verrà inserito uno dei seguenti valori in base al grado di ventilazione del pannello, scelto precedentemente nel campo Grado di Ventilazione.
- Ombreggiamento: in questa sezione del programma vanno inseriti eventuali ombreggiamenti incidenti sull’impianto fotovoltaico. Per inserire un ombreggiamento basta cliccare su [Aggiungi] ed inserire l’angolo azimutale in cui l’ombreggiamento scompare, l’angolo in cui riappare e la sua altezza.
In TermiPlan è sempre necessario rappresentare graficamente i locali a confine con l’unità da certificare, siano essi riscaldati o non riscaldati.
Nel video è mostrata la procedura operativa di inserimento di questi locali.
Per maggiori dettagli si consiglia di consultare anche lo schema grafico esplicativo che illustra come operare con le unità confinanti.
Nel video è illustrata tutta la procedura operativa per realizzare una villetta su due piani.
La procedura è valida, in generale, per tutte le strutture che si estendono su più livelli.
Nel video è illustrata la procedura operativa per disegnare un tetto a falde.
Nel video è illustrato come inserire un nuovo materiale in TermiPlan, avendo a disposizione la sua scheda tecnica.
Il video mostra come operare quando occorre certificare un’unità immobiliare senza impianto di riscaldamento e senza impianto per la produzione di acqua calda sanitaria.
Il video illustra come gestire un’unità immobiliare senza impianto di riscaldamento ma provvista di impianto per la produzione di acqua calda sanitaria.
Per inserire un impianto a pavimento, come sottosistema di emissione dell’impianto di riscaldamento in TermiPlan, basta applicare quanto segue:
1. nella schermata della zona termica cliccare sui 3 puntini, a destra dell’Impianto di riscaldamento.
2. entrare nei dettagli dell’impianto termico, facendo doppio clic sulla relativa riga.
3. nella nuova schermata basta cliccare sui 3 puntini a destra di Rendimento Emissione e Regolazione per aprire la sezione relativa ai sottosistemi di emissione e regolazione. Nel campo Tipologia di Terminale può essere impostato il terminale dell’impianto di riscaldamento (vedi figura).
Le possibili opzioni per l’impianto a pavimento sono:
- Pannelli isolati annegati a pavimento
- Pannelli annegati a pavimento
Per inserire le valvole termostatiche, come sottosistema di regolazione dell’impianto di riscaldamento in TermiPlan, basta applicare quanto segue:
1. nella schermata della zona termica cliccare sui 3 puntini, a destra dell’Impianto di riscaldamento.
2. entrare nei dettagli dell’impianto termico, facendo doppio clic sulla relativa riga.
3. nella nuova schermata basta cliccare sui 3 puntini a destra di Rendimento Emissione e Regolazione per aprire la sezione relativa ai sottosistemi di emissione e regolazione. Nel campo Tipologia di Regolazione và impostato Solo ambiente con regolatore e nel campo Caratteristiche della regolazione và scelta un’opzione tra quelle proposte.
In TermiPlan è possibile inserire gli interventi migliorativi sia in modalità manuale che automatica, relativa solo alla parte di isolamento dell’involucro.
Per disattivare gli interventi automatici, basta aprire la sezione Impostazioni (in alto sull’area di lavoro) dalla barra degli strumenti in alto sull’area di lavoro.
e disattivare la casella Interventi Automatici
In questo modo si potrà procedere con l’inserimento manuale degli interventi dal pannello Stili.
La barra orizzontale degli strumenti si visualizza quando si attiva il comando TermiPlan dalla toolbox a sinistra.
Nel caso in cui sia già attiva la parte termofisica (pannello a destra) e la barra non sia visibile, basta cliccare su Barra degli Strumenti nel riquadro Stili.
In TermiPlan, per modificare l’orientamento del NORD dal menù Modifica si deve cliccare su Orientamento
Quindi si ruota il mouse nella direzione desiderata ed infine basta cliccare sul tasto sinistro del mouse per confermare la nuova direzione del NORD. A video comparirà una finestra con l’indicazione del nuovo angolo
In TermiPlan è possibile reperire un comodo modello, in formato PDF editabile, da compilare in fase di sopralluogo dell’unita oggetto di certificazione.
“L’allegato 1 delle Linee guida (DM 26 Giugno 2015) stabilisce che i dati raccolti per la redazione dell’APE siano raccolti in uno specifico rapporto compilato in fase di sopralluogo.”
Per poter scaricare il modello basta cliccare su Sopralluogo posizionato nella barra in alto sull’area di lavoro.
CASO
Individuare e calcolare il ponte termico, tramite l’Abaco CENED di TermiPlan, dato dalla giunzione di una parete con un pilastro senza alcun isolamento.
La parete ha le seguenti caratteristiche:
– Spessore: 0.48 m
– Trasmittanza termica: 0.60 W/m2k
– Resistenza termica: 1.66 m2k/W
Stratigrafia parete
Il pilastro è caratterizzato da:
– Spessore: 0.45 m
– Lunghezza: 0.48 m
– Trasmittanza termica: 2.25 W/m2k
– Resistenza termica: 0.444 m2k/W
Stratigrafia pilastro
SOLUZIONE
Prendendo in esame gli schemi dei ponti termici dell’abaco CENED, si individua il PIL_004 come rappresentativo della giunzione parete-pilastro senza isolante.
CALCOLO
I parametri caratteristici, mostrati nella figura precedente, per il calcolo del ponte termico PIL_004 sono così definiti:
Resistenza superficiale interna Rsi: 0.13
Resistenza superficiale esterna Rse: 0.04
Spessore del pilastro SPil: 0.45 m
Lunghezza del pilastro LPil: 0.48 m
Spessore parete LPar: 0.48 m
La conduttività termica equivalente λeq della parete è data dalla seguente relazione
λeq= C*L
dove C rappresenta la conduttanza della parete, escludendo l’eventuale strato isolante, ottenuto dall’inverso della somma delle resistenze termiche dei vari strati i.
C= 1/ (Σ Li/λi)
La Resistenza termica di ogni singolo materiale i è dato da R= L/λ
Per la parete in esame abbiamo
C= 1/(0.021+1.452+0.017)= 1/1.49 = 0.67
L invece indica lo spessore della parete, escluso eventuali strati isolanti.
L= Σ Li
per la parete in esame abbiamo L = 0.015+0.45+0.015 = 0.48 m
quindi λeq= 0.67*0.48 = 0,321 W/mk
La conduttività termica del pilastro λPIL invece è data da:
λPIL= CPIL*LPIL
con CPIL = 1/(0.021+0.236+0.017)= 1/0.274 = 3.65
con L = 0.015+0.45+0.015 = 0.48 m
λPIL= 3.65 * 0.48 = 1.752 W/mk
TERMIPLAN
In TermiPlan, il ponte termico PIL_004 sarà compilato come mostrato nella seguente figura.
La trasmittanza termica lineica del ponte termico, riferita alle dimensioni interne, porta ad un valore finale di 0.9351 W/mK (campo Trasm. della finestra).
NOTA BENE: i ponti termici cened sono utilizzabili solo nel caso in cui il ponte termico trattato rientri nel campo di validità ed intervallo di confidenza, stabilito per ciascun ponte termico dell’abaco CENED ed indicati in basso nella scheda di dettaglio. Si rimanda pertanto alla consultazione dell’abaco cened, scaricabile gratuitamente da internet, per conoscere i requisiti di ammissibilità di ciascun ponte termico.
CASO
Individuare e calcolare il ponte termico, tramite l’abaco CENED di TermiPlan, dato dalla giunzione di una parete esterna, isolata in mezzeria, con solaio e trave isolata.
La parete ha le seguenti caratteristiche:
– Spessore: 0.35 m
– Trasmittanza termica: 0.329 W/m2k
– Resistenza termica: 13.041 m2k/W
Stratigrafia parete
La trave è caratterizzato da:
– Spessore: 0.35 m
– Trasmittanza termica: 0.356 W/m2k
– Resistenza termica: 0.356 m2k/W
Stratigrafia trave
SOLUZIONE
Prendendo in esame gli schemi dei ponti termici dell’abaco CENED, si individua il SOL_006 come rappresentativo della giunzione parete-trave, avente un isolamento in mezzeria nella parete ed all’esterno nella trave.
Il calcolo del ponte termico richiede uno spessore della trave equivalente a quello della parete, nel nostro esempio 0.35 m.
CALCOLO
I parametri caratteristici, mostrati nella figura precedente, per il calcolo del ponte termico SOL_006 sono così definiti:
Resistenza superficiale interna Rsi: 0.13
Resistenza superficiale esterna Rse: 0.04
Spessore isolante parete SIsoPar: 0.10 m
Spessore isolante trave SIsoTr: 0.10 m
Lambda isolante trave IsoLTr: 0.04 W/mK
Lambda isolante parete LambdaIso: 0.04 W/mK
Lunghezza trave I LTrI: 0.25 m
Spessore parete I SPar1: 0.115 m
Spessore parete II SPar2: 0.135 m
La conduttività termica equivalente λeq della parete è data dalla seguente relazione
λeq= C * L
dove C rappresenta la conduttanza della parete, escludendo l’eventuale strato isolante, ottenuto dall’inverso della somma delle resistenze termiche dei vari strati i.
C= 1/ (Σ Li/λi)
La resistenza termica di ogni singolo materiale i è data da R= L/λ
Per la parete in esame abbiamo
C = 1/ (0.021+0.185+0.148+0.017) = 1/0.371= 2.69
L invece indica lo spessore della parete, escluso eventuali strati isolanti.
L= Σ Li
per la parete in esame abbiamo L = 0.015+0.10+0.12+0.015 = 0.25 m (si ricordi che il calcolo esclude lo strato isolante della parete)
quindi λeq= 2.69*0.25 = 0,672 W/mk
La conduttività termica della trave λTR invece è data da:
λTR= CTR*LTR
con CTR = 1/(0.123+0.017)= 1/0.274 = 7.14
con L = 0.015+0.235 = 0.25 m
quindi avremo λTR= 7.14 * 0.25 = 1.785 W/mk
TERMIPLAN
In TermiPlan, il ponte termico SOL_006 sarà compilato come mostrato nella seguente figura.
La trasmittanza termica lineica del ponte termico, riferita alle dimensioni interne, porta ad un valore finale di 0.4822 W/mK (campo Trasm. della finestra).
NOTA BENE: i ponti termici cened sono utilizzabili solo nel caso in cui il ponte termico trattato rientri nel campo di validità ed intervallo di confidenza, stabilito per ciascun ponte termico dell’abaco CENED ed indicati in basso nella scheda di dettaglio. Si rimanda pertanto alla consultazione dell’abaco cened, scaricabile gratuitamente da internet, per conoscere i requisiti di ammissibilità di ciascun ponte termico.
In TermiPlan, nel caso in cui occorra certificare una o più unità immobiliari collocate nello stesso edificio basta applicare quanto segue.
Prima di tutto occorre disegnare l’intera struttura quindi tutti gli appartamenti che compongono l’edificio.
Essendo più appartamenti, al momento dell’individuazione dei vani, è preferibile inserire oltre al nome del vano anche l’appartamento di pertinenza.
Ad esempio al vano Letto associamo l’appartamento A (vedi figura).
Nella finestra Proprietà vano, per poter assegnare il nome dell’appartamento occorre prima di tutto spuntare l’opzione Appartamento e poi inserire nel campo a lato il nome dell’appartamento (vedi figura precedente).
Logicamente il nome del vano e dell’appartamento sono puramente arbitrari, ognuno può inserire i nomi che desidera.
Questo modus operandi è molto comodo quando poi si dovranno assegnare le zone termiche ai vani appartenenti allo stesso appartamento, in quanto tutti i vani saranno raggruppati in base al nome dell’appartamento.
Difatti quando si andranno a visualizzare i vani di tutti i Piani si avrà la classificazione/suddivisione degli stessi per appartamento (vedi figura seguente).
A questo punto risulterà semplice assegnare ciascun vano alla zona termica e quindi alla propria Unità immobiliare, in quanto essendo tutti gli appartamenti indipendenti, ogni appartamento rappresenta un’unità immobiliare distinta e separata.
Quindi si avranno tante unità immobiliari quanti sono gli appartamenti.
Nella figura si può notare chiaramente che tutti i vani di un appartamento hanno la medesima zona termica assegnata, afferente all’unità di appartenenza. Ad esempio ai vani dell’Appartamento A è stata assegnata la zona termica “Zona Termica Riscaldata appartenente all’unità “Unità Immobiliare APP: A” e così via.
Questo comporta che per ogni unità si avrà una verifica separata con la relativa documentazione (Relazione Tecnica, Attestato di Prestazione Energetica o Attestato di Qualificazione Energetica).
TermiPlan effettuerà la verifica termica una sola volta per tutte le unità immobiliari, difatti quando andremo nel pannello Legge 90/2013 basterà cliccare una sola volta sul pulsante [Effettua Verifica].
A questo punto per visualizzare e stampare i risultati relativi ad una determinata unità, basterà evidenziare la riga della griglia relativa all’unità desiderata e cliccare sui pulsanti di stampa (vedi figura seguente).
Ad esempio nella figura, dopo aver effettuato la verifica, si è scelto di visualizzare i risultati relativi all’Unità Immobiliare APP. B per cui basta cliccare sul pulsante [Relazione] oppure [APE] e verrà stampata solo la relazione o l’attestato di prestazione energetica dell’appartamento B.
Per impostare il rendimento di emissione e regolazione dell’impianto di raffrescamento, basta aprire la zona termica e cliccare sul pulsante Rendimenti (in basso a destra nella schermata).
A video si aprirà la finestra dove inserire tutti i parametri dei sottosistemi:
Occorre impostare la tipologia di terminale dell’impianto dall’apposito campo.
Nel campo deve essere scelta una delle seguenti opzioni a cui corrisponde un determinato rendimento di emissione:
- Ventilconvettori idronici
- Terminali ad espansione diretta, unità interne in sistemi a split
- Armadi autonomi, ventilconvettori industriali posti in ambiente, travi fredde
- Bocchette in sistemi ad aria canalizzata, anemostati, diffusori lineari a soffitto, terminali sistemi a dislocamento
- Pannelli isolati annegati a pavimento
- Pannelli isolati annegati a soffitto
Per quanto concerne il rendimento di regolazione occorre impostare i seguenti campi:
Tipologia di Regolazione: la regolazione può essere gestita a livello centralizzato, di zona o di singolo ambiente.
Caratteristiche della Regolazione: la regolazione può essere ON-OFF (Acceso/Spento) oppure modulante.
In TermiPlan, oltre al caricamento del file dwg (FAQ 019), è possibile utilizzare anche una planimetria in formato raster (immagine) per poter disegnare la struttura.
Per effettuare tale operazione occorre applicare quanto segue:
- Dal menù Inserisci scegliere il comando Immagine
- Nella finestra che si apre a video, occorre cliccare su [Nuovo] per scegliere l’immagine da caricare. Nella figura che segue, ad esempio, l’immagine è chiamata Planimetria.bmp ed è posizionata sul Desktop.
- Cliccando su [Inserisci] l’immagine verrà inserita nell’area di lavoro e posizionata nel punto indicato.
- Il software chiederà il fattore di scala che di default è 1; si può confermare tale valore cliccando sul tasto INVIO della tastiera
- In questo modo l’immagine viene caricata nell’area di lavoro, ora resta solo da effettuare la calibrazione della stessa per portarla in scala.
- Attivare il comando Puntatore, in alto a sinistra (freccia 1), e dal pulsante Scale To (freccia 2) scegliere il comando Calibra entità o immagine (freccia 3).
- A linea di comando viene chiesto di “Selezionare il primo punto” e poi il secondo punto, quindi scegliamo due punti sull’immagine di cui conosciamo la distanza reale.
- Quindi digitare la distanza tra i due punti, ad esempio 11 m, come richiesto a linea di comando.
- In questo modo l’immagine inserita sarà anche calibrata correttamente e pronta per essere ripassata con le entità Muro, porta, finestra e vano.
In TermiPlan è possibile gestire un’unità immobiliare con doppio impianto. Supponiamo di avere un’unità immobiliare che si estende su due livelli e su ciascuno di essi è presente un impianto distinto per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
La procedura è molto semplice: creare una zona termica riscaldata distinta per ciascun impianto.
Quindi, in Gestione zone, creiamo una nuova unità immobiliare cliccando su [Nuova Unità Immobiliare] (in alto a sinistra nel pannello) e gli diamo un nome (ad es. Unità SUB 1).
A questo punto, creiamo le due zone termiche cliccando sul segno + (più), posizionato a destra dell’unità (vedi figura precedente), dandogli un nome distinto (ad es. Zona Termica Piano Terra e Zona termica piano primo).
A ciascuna zona verranno poi assegnati i vani di ogni piano, per semplicità abbiamo creato un vano unico per l’intero piano.
In ciascuna zona verrà poi inserita una centrale termica distinta che conterrà l’impianto di ogni piano. Quindi avremo, ad esempio, centrale termica piano terra col generatore del piano terra e centrale termica piano primo con quello del piano primo.
Il video mostra come operare all’interno del pannello Gestione zone di TermiPlan, dando una spiegazione sintetica di tutte le unità già presenti nel software.
Inoltre, viene illustrato come gestire un’unità immobiliare con impianto termoautonomo.
Per maggiori dettagli si consiglia di consultare anche lo schema grafico esplicativo che illustra come operare, in maniera corretta, nel pannello Gestione Zone.
In TermiPlan, l’altezza dei muri deve essere sempre uguale a quella del livello che li contiene.
Prima di tutto, si crea il livello avente un’altezza pari a quella utile interna del piano, al netto del solaio inferiore e superiore. Ad esempio, per il piano Terra con altezza utile di 2,7 m si procede come in figura.
Quindi, per far in modo che i muri abbiano la medesima altezza del livello, occorre che le sue proprietà Bordo superiore e Bordo inferiore siano sempre impostati su 0,000 ed abbiamo come riferimenti Superiore per il bordo superiore ed Inferiore invece per il bordo inferiore (vedi figura).
In questo modo tutti i muri, inseriti nel livello Piano Terra, avranno un’altezza di 2,7 m come si può anche notare dal pannello Stili – Entità Muro.
L’elenco mostra per ciascun muro la sua Lunghezza – Spessore – Altezza separati da x.
In TermiPlan, per inserire un boiler elettrico, o alimentato da qualunque altro combustibile, occorre operare nella “centrale termica acqua calda sanitaria” della zona termica riscaldata.
In particolare, basta cliccare sui 3 puntini a destra e cliccare su [Nuova] per creare una nuova centrale termica.
Assegniamo un nome alla centrale (ad es. Centrale ACS) e poi attiviamo il comando [Nuovo Generatore] per creare un nuovo generatore nella centrale.
Nella schermata del generatore, occorre selezionare solo il servizio ACS e compilare poi tutti gli altri campi.
Da notare che il rendimento di generazione può essere calcolato in automatico, mettendo la spunta su Rendimento Precalcolato e compilando i campi sottostanti (Tipo di apparecchio), oppure in modalità manuale disattivando il campo Rendimento precalcolato ed inserendo a mano il valore.
Nel caso in cui il boiler sia collegato ad un serbatoio di accumulo esterno, deve essere inserito nella sezione Accumulo.
Dopo aver completato la creazione della centrale, con relativo boiler al suo interno, andiamo a selezionarla per assegnarla alla centrale termica acqua calda sanitaria della zona riscaldata.
L’errore Invalid file version si presenta in TermiPlan quando si tenta di caricare un file DWG/DXF in un formato superiore ad AutoCAD 2004/LT2004.
Si consiglia di salvare sempre il file in formato AutoCAD DWG/DXF 2000/LT 2000.
Per maggiori dettagli sul caricamento dei file DWG/DXF si rimanda alla FAQ 019.
In TermiPlan, il Livello coincide con il piano architettonico di un edificio.
L’altezza del livello deve corrispondere sempre all’altezza utile del piano, escludendo lo spessore dei solai (inferiore e superiore). Il livello successivo al primo avrà sempre, come quota di partenza (Quota inf.), quella superiore del livello precedente.
In figura è mostrato un classico esempio di un edificio su 3 livelli, in cui abbiamo i primi due livelli con un’altezza utile pari a 2.7 m e l’ultimo invece con altezza di 2.5 m. Si può notare come la quota di partenza dei piani successivi al primo sia identica a quella di chiusura del livello precedente.
Ad esempio il piano primo ha una quota di partenza di 2,7 identica a quella di chiusura (quota sup.) del livello piano terra.
NOTA BENE: la quota base di partenza del primo livello, in figura 0.00, è puramente arbitraria e può essere scelta liberamente. Non ha alcuna valenza sul calcolo.
In TermiPlan è possibile disegnare un lucernario sul tetto con estrema facilità, i passi da seguire sono:
1. disegnare prima di tutto la falda del tetto, utilizzando il comando Falda (vedi FAQ 023).
2. attivare di nuovo il comando Falda con l’opzione Foro attiva
3. tracciare il contorno del lucernario all’interno della falda principale del tetto.
In figura, è mostrato un esempio di disegno. Partendo dal punto 1 (punto di partenza) si sono inseriti gli altri punti fino al 4 dove invece occorre cliccare sul tasto destro del mouse e scegliere Invio per poter chiudere la polilinea, quindi cliccare di nuovo sul tasto destro del mouse per confermare la chiusura della polilinea. Così facendo, la polilinea diventerà di colore rosso, indicando che il disegno è stato concluso con successo.
il risultato finale del disegno in 2D è mostrato in figura.
In figura è mostrato la schematizzazione in 3D.
Il vuoto rappresenta l’ingombro del lucernario.
4. Il lucernario così definito sarà poi inserito nella lista delle finestre, nella sezione Stili.
Difatti, in Stili (punto 1) scegliendo entità Finestra (punto 2) sarà elencato anche il lucernario appena disegnato (3). Infine basterà un doppio clic sulla riga che lo rappresenta per procedere all’assegnazione delle sue caratteristiche termofisiche.
In data 11 giugno 2020 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 48 del 10 giugno 2020 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica dell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica” (GU Serie Generale n.146 del 10-06-2020).
La nuova definizione di “impianto termico” riportata all’art. 3, comma 1, lett. c) del D. Lgs. del 10 giugno 2020, che modifica l’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 e riporta:
“c) la lettera l- tricies ) è sostituita dalla seguente: «l tricies ) “impianto termico”: impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, o destinato alla sola produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione, accumulo e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolazione e controllo, eventualmente combinato con impianti di ventilazione. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate”.
Dopo la premessa normativa, la risposta è SI.
L’impianto di climatizzazione, sia di nuova installazione o già esistente, necessita del Libretto d’Impianto Termico secondo il nuovo modello previsto dal D.M. 10 Febbraio 2014.
Infine, si rammenta che se la potenza termica nominale dell’impianto è superiore a 12 kw è fatto obbligo sottoporre lo stesso a verifiche periodiche di controllo (DPR 73/2013).
Il DPR 74/2013 stabilisce la periodicità dei controlli di efficienza energetica su impianti di climatizzazione invernale di potenza termica utile maggiori di 10 KW e su impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 KW.
Il Libretto di Impianto, secondo il nuovo modello previsto dal D.M. 10 Febbraio 2014, può essere compilato al momento della messa in servizio di un nuovo impianto termico oppure, per gli impianti esistenti, al momento della pubblicazione del nuovo modello di Libretto.
Si rammenta che il libretto di impianto deve essere sempre compilato da tecnici abilitati, al momento dell’installazione di un nuovo impianto, oppure anche dal responsabile dell’impianto per gli impianti esistenti, limitatamente alle schede descrittive.
Nelle regioni italiane in cui è stato istituito il catasto regionale degli impianti termici, nell’APE va indicato, nella quarta pagina, il codice del catasto regionale dell’impianto termico che implica la regolare registrazione e dotazione del libretto di impianto e dei relativi allegati, oltre alla data di installazione.
Le FAQ pubblicate in Agosto 2016, da parte dell’ENEA e CTI, chiariscono quale sia la validità massima dell’ape in caso di assenza di impianto per la climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria.
In particolare, la FAQ 2.7 stabilisce che la validità massima dell’ape è 10 anni per tutte le unità sprovviste di suddetti impianti.
La medesima condizione si verifica anche nel caso in unità sprovviste del solo impianto di climatizzazione invernale.
Nel caso in cui l’impianto termico sia sprovvisto di Libretto di Impianto, occorre prima di tutto procedere alla redazione dello stesso e dei relativi allegati richiesti, compreso un valido rapporto di controllo di efficienza energetica.
NON è assolutamente consigliabile redigere un ape senza regolare Libretto di Impianto, tranne nei casi in cui l’unità è sprovvista di impianto termico.
Emettere un un APE senza allegare il libretto di impianto comprensivo dei relativi allegati, tra cui anche un valido rapporto di controllo di efficienza energetica, significa dichiarare che l’impianto è stato ed è esercito dal responsabile in violazione di quanto previsto dal D. Lgs. 192/05 e dal DPR 74/2013 per cui è applicabile la sanzione amministrativa prevista dall’ Art. 15 dello stesso D. Lgs. 192/05 e s.m.i.
Riprendendo la definizione di Impianto termico, già trattata nella FAQ 044 , il boiler elettrico o a gas dedicato esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria non è considerato un impianto termico.
Quindi, si può concludere che un boiler dedicato alla sola produzione di acqua calda NON necessita di Libretto di Impianto.
Il caso più comune è quello dato da un’unità dotata solo di impianto per la produzione di acqua calda sanitaria e priva di impianto per la climatizzazione invernale. La FAQ 026 tratta questa casistica.
Il responsabile dell’Impianto termico può essere:
- l’occupante, a qualsiasi titolo, in caso di unità immobiliari residenziali date in locazione;
- il proprietario, in caso di singole unità immobiliari residenziali non locate;
- l’amministratore, in caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio;
- il proprietario o l’amministratore delegato in caso di edifici di proprietà di soggetti diversi dalle persone fisiche (ad es. immobili di società o aziende).
In caso di affidamento a un terzo responsabile questi diventa anche responsabile della tenuta e aggiornamento del libretto.
La nomina del terzo responsabile non è consentita nel caso di impianti autonomi a meno che il generatore di calore e/o di freddo non sia collocato in un locale tecnico ad uso esclusivo accessibile al solo terzo responsabile
Il DPR n. 75 del 16 Aprile 2013 chiarisce all’Art. 3 quali sono i requisti del Certificatore Energetico.
In particolare, per edifici di nuova costruzione è richiesta l’assenza di conflitto di interessi, espresso attraverso il non coinvolgimento diretto o indiretto nel processo di progettazione e realizzazione dell’edificio da certificare o con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati, nonchè rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non deve essere nè il coniuge nè un parente fino al quarto grado.
Per gli edifici esistenti, si richiede l’assenza di conflitto di interessi, espresso attraverso il non coinvolgimento diretto o indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati nonchè rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non deve essere nè il coniuge nè un parente fino al quarto grado.
In TermiPlan, viene compilata in automatico la sezione dedicata alla Dichiarazione di indipendenza sulla base delle impostazioni dell’unità (nuova costruzione oppure esistente). E’ chiaro che è sempre possibile modificare e personalizzare il contenuto di tale sezione, prima di procedere alla stampa dell’APE.
Le Linee Guida per la certificazione energetica D.M. 26 Giugno 2015 all’Art. 4 riportano i dati obbligatori dell’APE, pena la sua invalidità.
Tra le tante informazioni obbligatorie sono incluse anche le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica con le proposte degli interventi più significativi ed economicamente convenienti, distinguendo gli interventi di ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica. Inoltre, ogni APE deve riportare le informazioni correlate al miglioramento della prestazione energetica, quali gli incentivi di carattere finanziario e l’opportunità di eseguire diagnosi energetiche.
Quindi, in conclusione, è sempre obbligatorio inserire le raccomandazioni nell’APE pena la sua invalidità.
Nel caso in cui, nella regione in cui si opera, sia stato istituito il Catasto Regionale degli impianti termici và indicato il codice catasto regionale dell’impianto termico, che verrà riportato nella quarta pagina dell’APE.
La presenza di questo codice implica la regolare registrazione e dotazione del libretto di impianto e dei relativi allegati.
In TermiPlan, il codice catasto degli impianti termici và inserito nel campo Cod. Cat., posizionato in alto a destra, nella finestra del generatore.
In TermiPlan, è possibile salvare i dati del tecnico certificatore in modo da non essere ridigitati ogni volta.
Nel pannello Dati Generali è presente il pulsante [Archivio] che apre l’archivio dei certificatori energetici inseriti in TermiPlan.
Nell’archivio è possibile inserire nuovi tecnici oppure cancellare ed eliminare quelli già presenti.
Per scegliere un tecnico dall’archivio, basta aprirlo e, dopo averlo selezionato, cliccare su [OK].
I requisiti minimi di legge 2019/2021, relativi alle trasmittanze termiche, vanno utilizzati a partire dal 1° Gennaio 2019 solo per gli Edifici Pubblici o a uso pubblico e dal 1° Gennaio 2021 per tutti gli altri edifici.
In TermiPlan, per impostare i requisiti minimi di legge basta accedere al pannello Impostazioni (in alto sull’area di disegno) e scegliere i valori desiderati.
In sintesi, per tutti gli edifici non pubblici vanno adottati ancora i valori del 2015 fino al 2021, quando invece saranno obbligatori i nuovi requisiti anche per questo tipo di edifici.
La classe energetica di un edificio, ovvero di un’unità immobiliare, è definita dall’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile EP gl,nren dato dalla somma dei fabbisogni di energia primaria non rinnovabile dei vari servizi energetici:
EPgl,nren= EPH,nren + EPW,nren+ EPC,nren + EPV,nren+ EPL,nren+ EPT,nren
EPH,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la climatizzazione invernale;
EPW,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la produzione dell’acqua calda sanitaria;
EPC,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la climatizzazione estiva;
EPV,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la ventilazione;
EPL,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per l’illuminazione artificiale;
EPT,nren: fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per il trasporto di persone e cose.
Tale indice viene messo a confronto con un scala di classi energetiche prefissate, definita a partire dal valore dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio di riferimento EPgl,nren,rif,standard (2019/21) calcolato ipotizzando che in esso siano installati elementi edilizi e impianti standard dell’edificio di riferimento di cui alla Tabella 1, dotati dei requisiti minimi di legge in vigore dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici, e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri.
indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio di riferimento EPgl,nren,rif,standard (2019/21) è posto quale limite di separazione tra la classe A1 e B. Gli intervalli di prestazione che identificano le altre classi sono ricavati attraverso coefficienti moltiplicativi di riduzione/maggiorazione del suddetto valore EPgl,nren,rif,standard (2019/21).
La classe energetica è contrassegnata da un indicatore alfabetico in cui la lettera G rappresenta la classe caratterizzata dall’indice di prestazione più elevato (maggiori consumi energetici), mentre la lettera A rappresenta la classe con il miglior indice di prestazione (minori consumi energetici). |
In TermiPlan, dopo aver eseguito la verifica termica, nella sezione Edificio di Riferimento è possibile reperire il valore EPgl,nren relativo all’edificio, oggetto di verifica, ed all’edificio di riferimento standard (ultima colonna a destra).
In figura sono evidenziati in giallo i valori dell’ EPgl,nren
CLICCA QUI PER SCARICARE SUBITO IL FOGLIO EXCEL PER IL CALCOLO DELLE CLASSI ENERGETICHE DEL TUO EDIFICIO.
Nel foglio di calcolo basta inserire il valore dell’EP gl,nren dell’edificio da certificare e dell’edificio di riferimento standard (vedi figura sopra), per avere la scala delle classi energetiche con i rispettivi valori minimi e massimi, oltre alla classe dell’edificio oggetto di calcolo.
Il caso in esame è rappresentato da un’unità immobiliare identificata con un unico subalterno ma costituita da più corpi di fabbricato termoautonomi, ovvero ognuno di essi ha un impianto dedicato e distinto per la climatizzazione invernale per la produzione di acqua calda sanitaria.
Essendo identificati tutti da un unico subalterno, andrebbe prodotta una sola certificazione energetica che racchiuda tutti i corpi di fabbrica con rispettivi impianti. Questa soluzione è giustificata anche dal fatto che tutti gli ape da registrare nei portali regionali permettono la registrazione di un solo ape con un determinato subalterno, per cui non si può verificare il caso di più ape identificati col medesimo sub.
In TermiPlan per modellare un’unità di questo tipo, basta creare una sola Unità immobiliare ed associare ad esse tante zone termiche distinte quante sono i sistemi edificio-impianto presenti, nel nostro caso ogni singolo corpo di fabbrica. All’interno poi di ogni zona termica deve essere creata una centrale termica distinta con al suo interno il generatore che serve il singolo corpo di fabbrica.
Supponiamo di avere 4 corpi di fabbrica termoautonomi, la struttura dell’unità sarà:
Unità immobiliare | ||
+ zona termica corpo 1 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica corpo 1 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale termica corpo 1 | ||
+ zona termica corpo 2 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica corpo 2 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale termica corpo 2 | ||
+ zona termica corpo 3 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica corpo 3 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale termica corpo 3 | ||
+ zona termica corpo 4 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica corpo 4 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale termica corpo 4 |
Infine, a ciascuna zona termica devono essere assegnati i vani costituenti il singolo corpo di fabbrica.
In questo modo, la verifica termica verrà eseguita sull’intero edificio e verrà prodotta una sola certificazione energetica.
La Categoria Catastale C\6 identifica tutti gli immobili con destinazione d’uso: Stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse.
Le Linee Guida nazionali per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici, all’appendice A, stabiliscono gli edifici esclusi dall’obbligo di redazione dell’APE, in particolare tutti gli immobili ricadenti nella categoria Catastale C\6 sono esclusi.
Pertanto la risposta è NO, un immobile identificato dalla categoria C\6 è escluso dall’obbligo di redazione dell’APE.
Per maggiori dettagli si rimanda alla lista completa dei casi esclusi dall’obbligo di dotazione dell’APE (FAQ 059)
Le Linee Guida Nazionali (D.M. 26 Giugno 2015) all’Appendice A indicano quali sono i casi di esclusione dall’obbligo di dotazione dell’APE.
In particolare, i casi di esclusione sono:
- i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati;
- gli edifici industriali e artigianali quando gli ambienti sono riscaldati o raffrescati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili, ovvero quando il loro utilizzo e/o le attività svolte al loro interno non ne prevedano il riscaldamento o la climatizzazione;
In altri termini, rientrano in questi casi tutti gli edifici in cui la temperatura interna e l’umidità relativa sono mantenute a livelli prefissati per via delle lavorazioni svolte al loro interno; ad esempio edifici dove si lavorano prodotti dolciari (24° temperatura e 40% UR) oppure dove si trattano prodotti ittici (12°). Tutti questi edifici hanno comunque una temperatura interna differente da 18°, come previsto dalla norma (Asset rating), e ricambi d’aria difformi rispetto a quelli previsti dalla UNI 10339. - gli edifici agricoli, o rurali, non residenziali, sprovvisti di impianti di climatizzazione;
- gli edifici che risultano non compresi nelle categorie di edifici classificati sulla base della destinazione d’uso di cui all’articolo 3, D.P.R. 26.8.1993, n. 412, il cui utilizzo standard non prevede l’installazione e l’impiego di sistemi tecnici, quali box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi. L’attestato di prestazione energetica è, peraltro, richiesto con riguardo alle porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimilabili, purché scorporabili ai fini della valutazione di efficienza energetica;
- gli edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose;
- i ruderi, purché tale stato venga espressamente dichiarato nell’atto notarile;
- i fabbricati in costruzione per i quali non si disponga dell’abitabilità o dell’agibilità al momento della compravendita, purché tale stato venga espressamente dichiarato nell’atto notarile. In particolare si fa riferimento:
- agli immobili venduti nello stato di “scheletro strutturale”, cioè privi di tutte le pareti
verticali esterne o di elementi dell’involucro edilizio; - agli immobili venduti “al rustico”, cioè privi delle rifiniture e degli impianti tecnologici;
- agli immobili venduti nello stato di “scheletro strutturale”, cioè privi di tutte le pareti
- i manufatti, comunque, non riconducibili alla definizione di edificio (manufatti cioè non qualificabili come “sistemi costituiti dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno”).
Il caso in esame è rappresentato da un’unità immobiliare dotata di:
- condizionatori (monosplit), in ogni camera, per la climatizzazione invernale ed estiva
- unico boiler elettrico per la produzione di acqua calda sanitaria
In TermiPlan, l’unità deve essere suddivisa in tante zone termiche riscaldate quante sono le camere provviste di condizionatore. Inoltre, per ciascun condizionatore dovrà essere creata una centrale termica distinta, in cui sarà inserito un unico generatore di tipo pompa di calore.
Per l’acqua calda sanitaria invece verrà creata una sola centrale termica che verrà utilizzata in tutte le zone termiche riscaldate dell’unità.
Supponiamo di avere un’unità composta da 4 vani/camere, in TermiPlan verrà schematizzata come segue:
Unità immobiliare | ||
zona camera 1 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica camera 1 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale unica ACS | ||
Impianto raffrescamento: centrale termica camera 1 | ||
zona camera 2 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica camera 2 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale unica ACS | ||
Impianto raffrescamento: centrale termica camera 2 | ||
zona camera 3 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica camera 3 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale unica ACS | ||
Impianto raffrescamento: centrale termica camera 3 | ||
zona camera 4 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica camera 4 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale unica ACS | ||
Impianto raffrescamento: centrale termica camera 4 |
Analizzando in dettaglio lo schema, si evince subito come sia stata utilizzata sempre la medesima centrale (centrale unica ACS) per la produzione di acqua calda sanitaria in tutte le zone, mentre siano state create tante centrali termiche distinte per i differenti condizionatori. In ogni centrale termica vanno inseriti tutti i parametri ed i dettagli dell’impianto costituito dal singolo condizionatore (split) presente in ciascuna camera. Ogni zona termica rappresenta un sistema edificio-impianto distinto e separato.
E’ doveroso ricordare che anche i condizionatori necessitano del Libretto di Impianto (vedi FAQ 044).
Il calcolo energetico produrrà un unico elaborato tecnico trattandosi sempre di una sola unità immobiliare, anche se costituita da più zone termiche.
Un intervento migliorativo si definisce Ristrutturazione importante nel caso in cui la superficie interessata, costituita dagli elementi e componenti costituenti l’involucro edilizio, sia uguale o maggiore del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio.
E’ chiaro che, quanto detto sopra, non sussiste qualora si intervenga su elementi non costituenti l’involucro, ovvero sugli impianti tecnici (sostituzione generatore, pannello solare termico, pannello solare fotovoltaico, etc.).
In TermiPlan, è possibile impostare l’intervento come ristrutturazione importante quando si opera sia in modalità manuale sia in modalità automatica.
- Intervento migliorativo manuale
- Intervento migliorativo automatico
Si rammenta che gli interventi migliorativi, ovvero le raccomandazioni, sono obbligatorie nella redazione dell’APE (vedi FAQ 052).
Le Linee Guida Nazionali (DM 26 Giugno 2015) classificano gli interventi di ristrutturazione importante in:
- Ristrutturazione importante di primo livello: si configura quando l’intervento, oltre ad interessare una superficie superiore al 50% della superficie lorda disperdente, comprende anche la ristrutturazione dell’impianto termico per il servizio di climatizzazione invernale e/o estiva.
- Ristrutturazione importante di secondo livello: si configura quando l’intervento interessa una superficie superiore al 25% della superficie lorda disperdente e può interessare l’impianto termico per il servizio di climatizzazione invernale e/o estiva.
Per maggiori dettagli si consiglia di consultare anche lo schema grafico esplicativo che illustra come classificare un intervento di ristrutturazione.
Il D.Lgs. 192/05 definisce Ristrutturazione di un Impianto termico come:
“un insieme di opere che comportano la modifica sostanziale sia dei sistemi di produzione che di distribuzione ed emissione del calore”.
Per modifica sostanziale di un impianto termico s’intende:
- sostituzione contemporanea di tutti i sottosistemi (generazione, distribuzione ed emissione);
- sostituzione combinata della tipologia del sottosistema di generazione, anche con eventuale cambio di vettore energetico, e dei sottosistemi di distribuzione e/o emissione.
Si definisce Riqualificazione energetica un intervento che interessa una superficie inferiore o uguale al 25% della superficie lorda disperdente dell’edificio e/o consiste nella nuova installazione, nella ristrutturazione di un impianto termico asservito all’edificio.
Per gli interventi di ristrutturazione importante si rimanda alla FAQ 062
Per maggiori dettagli si consiglia di consultare anche lo schema grafico esplicativo che illustra come identificare un intervento come riqualificazione energetica.
Gli ombreggiamenti riducono gli apporti termici solari su superfici opache e soprattutto su quelle trasparenti, sono fondamentali nel calcolo energetico ed è sempre obbligatorio inserirli quando presenti.
Il fattore di riduzione per ombreggiatura viene calcolato sulla base di ostruzioni dovute ad elementi esterni (edifici, alture, alberi, etc) oppure ad aggetti verticali (pareti, etc) ed orizzontali (soletta, etc).
In TermiPlan, su qualunque elemento dell’involucro edilizio, ovvero nella finestra di gestione del relativo stile, è presente la sezione Ombreggiamento per la gestione di tali fattori.
Infissi | Muratura |
La finestra dell’ombreggiamento è mostrata in figura.
Aggetti orizzontali
Occorre inserire la profondità orizzontale dell’aggetto (h) e la distanza (b) dal baricentro dell’elemento all’intradosso dell’aggetto.
Aggetti verticale sinistro
E’ necessario indicare la profondità/estensione dell’aggetto (h) e la distanza (b) dal baricentro dell’elemento all’aggetto presente sul lato sinistro.
Aggetti verticale destro
E’ necessario indicare la profondità/estensione dell’aggetto (h) e la distanza (b) dal baricentro dell’elemento all’aggetto presente sul lato destro.
Aggetti esterni
Occorre inserire l’altezza (h) dell’ostruzione esterna, calcolata a partire dal baricentro dell’elemento, e la distanza (b) dal baricentro dell’elemento all’aggetto esterno.
Per maggiore chiarezza di seguito è indicato meglio il fattore h.
Nel caso di presenza di più aggetti od ostruzioni della stessa tipologia, si considera sempre e solo quello che ha incidenza maggiore.
Per ogni tipologia occorre calcolare l’angolo di ostruzione.
NOTA BENE: tutti i valori sono espressi in metri (m).
Essendo l’ombreggiamento un fattore caratteristico dello stile, nel caso ci fossero ad esempio elementi dell’involucro della stessa tipologia ma con fattori di ombreggiamento differenti, è necessario creare tanti stili distinti per quante sono le diverse tipologie di ombreggiamento.
Ad esempio per un muro a cassa vuota, con esposizione a NORD e SUD aventi fattori di ombreggiamento diversi, sarà necessario creare uno stile “Muratura a cassa vuota NORD” e “Muratura a cassa vuota SUD” che avranno come differenza solo il fattore di ombreggiamento.
In data 11 giugno 2020 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 48 del 10 giugno 2020 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica dell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica” (GU Serie Generale n.146 del 10-06-2020).
La nuova definizione di “impianto termico” riportata all’art. 3, comma 1, lett. c) del D. Lgs. del 10 giugno 2020, che modifica l’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 e riporta:
“c) la lettera l- tricies ) è sostituita dalla seguente: «l tricies ) “impianto termico”: impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, o destinato alla sola produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione, accumulo e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolazione e controllo, eventualmente combinato con impianti di ventilazione. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate”.
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La Legge 90/2013, che aveva modificato l’Art. 2 comma 1 del D. Lgs. 192/2005, definiva l’impianto termico come:
«impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore nonche’ gli organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento. Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unita’ immobiliare e’ maggiore o uguale a 5 kW. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unita’ immobiliari ad uso residenziale ed assimilate»
Quindi si definisce un Impianto Termico, a prescindere dalla potenza e dal vettore utilizzato, quando all’interno di un’unità è presente un sistema di regolazione della temperatura (termostato o valvola) e tutti o alcuni dei seguenti sottosistemi:
– sistema di generazione (ad es. generatore di calore, pompa di calore, etc.);
– sistema di distribuzione (ad es. colonne montanti, distribuzione orizzontale, etc.);
– sistema di emissione (ad es. radiatori o termosifoni, pavimenti radianti, etc.).
La FAQ 3.14, facente parte della raccolta rilasciata dal MISE a Dicembre 2018, chiarisce come operare nei seguenti casi:
- resistenza elettrica da 4 kW per il riscaldamento, per il calcolo delle prestazioni energetiche, è da considerare priva di impianto?
- Una unità immobiliare riscaldata con una resistenza elettrica da 6 kW, per il calcolo delle prestazioni energetiche, è da considerare priva di impianto?
- Una unità immobiliare riscaldata con termo-convettori a gas singoli, che non superano in totale i 5kW, è da considerare priva di impianto?
- Una unità immobiliare con un boiler elettrico per la produzione di acs, a servizio della singola unità, è da considerare priva di impianto per la produzione di acs?
- Una unità immobiliare con una pompa di calore per la produzione di acs a servizio della singola unità, è da considerare priva di impianto per la produzione di acs?
In particolare, specifica che ai fini della redazione degli APE e per quanto riguarda i requisiti energetici minimi, indipendentemente dalla definizione di impianto termico, tali impianti tecnici devo essere considerati e imputati, purché impianti fissi concorrenti ai servizi considerati nella prestazione energetica dell’edificio e di potenza sufficiente a garantire le temperature degli ambienti previste dalla legge. Si noti tuttavia che non tutti gli impianti tecnici sono soggetti agli obblighi relativi alle ispezioni e alla dotazione di libretto di impianto.
Il caso in esame ha come oggetto un’unità che dispone del sottosistema di distribuzione, ad esempio delle tubazioni di distribuzione dell’impianto, e del sottosistema di emissione (ad es. radiatori) ma è priva del generatore di calore.
In questo caso, l’unità si considera priva di impianto termico venendo a mancare il principale sottosistema, ovvero quello di generazione, ed occorre operare come descritto nella FAQ 025
L’impianto di riscaldamento è costituito da:
- sottosistema di generazione
- eventuale sottosistema di accumulo
- sottosistema di distribuzione
- sottosistema di emissione
- sottosistema di regolazione
La FAQ 2.7, facente parte della raccolta rilasciata dal MISE ad Agosto 2016, chiarisce che nel caso in cui l’impianto sia stato distaccato dalla rete del gas o dichiarato dismesso o disattivato (al catasto degli impianti termici se operante) può mancare il rapporto di controllo di efficienza energetica in corso di validità.
In sintesi, occorre sempre imputare l’impianto termico presente ed allegare il relativo libretto di impianto anche se scaduto. Nelle note del certificatore consigliamo sempre di chiarire lo stato dell’impianto.
In TermiPlan, per compilare le Note del certificatore basta attivare il pannello Info Aggiuntive Certificatore quando si attiva la compilazione dei dati descrittivi dell’APE.
Il caso preso in esame riguarda l’impossibilità di inserire un vano in un ambiente, con la conseguente segnalazione del messaggio di errore “Error locating room.too big” visualizzata a linea di comando.
In figura è mostrato il vano preso in esame (evidenziato in giallo), cliccando un punto interno ad esso, dopo aver attivato il comando Vano (toolbox dei comandi a sinistra) non compare a video la schermata per l’inserimento del nome del vano ed a linea di comando viene visualizzato il messaggio di errore “Error locating room.too big” (indicato dalla freccia).
L’errore è causato dai muri non connessi, in modo corretto, mostrati nella seguente figura ed evidenziati in giallo.
In questo modo, TermiPlan non riesce a circoscrivere il vano per il calcolo della sua superficie e del suo volume.
Per correggere le anomalie nelle connessioni, è sufficiente selezionare un muro alla volta ed estenderlo manualmente, con l’uso del mouse, nel muro a confine utilizzando il grip (quadrato rosso) posizionato alla sua estremità.
In figura è mostrato un muro evidenziato con l’indicazione dei suoi grip.
Per estendere il muro, basta posizionarsi col mouse sul grip alla sua estremità destra e, dopo aver cliccato una sola volta su di esso col tasto sinistro del mouse, estenderlo nel muro di confine (fig. 1). Infine basta cliccare di nuovo sul tasto sinistro del mouse per confermare la nuova posizione (fig. 1) del grip del muro.
In questo modo i due muri saranno connessi in modo corretto (fig. 2).
FIG. 1 | FIG. 2 |
Nel caso in cui non si riesca ad estendere il muro, è possibile anche disattivare gli snap ad oggetto accedendo alla sezione SNAP (in basso a sinistra) e disattivando l’opzione “Snap Oggetto (F3)“.
La correzione di tutte le connessioni dei muri porterà ad un risultato finale come quello mostrato in figura ed alla risoluzione dell’errore di inserimento.
Difatti cliccando in un punto interno all’ambiente sarà possibile procedere all’inserimento del vano.
Per modificare il colore di sfondo di TermiPlan basta posizionarsi col cursore in un punto qualunque dell’area di lavoro e cliccare sul tasto destro del mouse. Nel menù contestuale bisogna scegliere il comando Opzioni.
Nella finestra a video occorre attivare la sezione Palette Colore.
Infine, nella nuova schermata è possibile scegliere la palette da utilizzare selezionandola nell’omonimo campo, posizionato in alto a destra.
E’ possibile anche modificare il colore della palette selezionata, attivando il tasto Cambia Colore e scegliendo il colore desiderato.
Dopo aver scelto la palette, basta cliccare su Chiudi ed infine su OK per confermare la modifica.
Il caso preso in esame riguarda un edificio che dispone di un boiler elettrico, destinato alla produzione di acqua calda sanitaria, utilizzato solo nel periodo estivo in quanto, nel periodo invernale, è presente un impianto a biomasse per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
In TermiPlan è possibile impostare la stagionalità di funzionamento utilizzando il campo Attivazione Acs, presente nella finestra di dettaglio del generatore.
Nel caso preso in esame si deve scegliere l’opzione Solo Estate; allo stesso tempo, nel generatore operante solo in inverno verrà impostato Solo inverno.
Il caso preso in esame riguarda un modello architettonico non visualizzato in modo corretto nella scena 3D di TermiPlan.
Prima di tutto occorre accertarsi che il modello sia 2D che 3D sia in primo piano, pertanto basta fare doppio clic sulla rotellina centrale del mouse per eseguire il comando zoom estensione del modello.
I casi che potrebbero presentarsi sono:
- il modello in 2D scompare e diventa puntiforme per via del comando zoom estensione, in questo caso è molto probabile che vi siano elementi degeneri (linee, polilinee, altri oggetti) in posizione molto distante dal modello architettonico. Per risolvere occorre navigare tutta la scena 2D utilizzando la selezione del mouse per individuare tutti gli oggetti presenti nella scena 2D. In figura è mostrato un classico esempio di selezione in scena 2D che ha invidiato il modello architettonico (in alto a sinistra) e due elementi degeneri che compromettono lo zoom estensione. In questo caso, basta selezionare i due elementi degeneri e cancellarli, quindi ripetere lo zoom estensione per vedere in primo piano il modello architettonico. Se il problema in scena 3D persiste, occorre eseguire quanto spiegato al punto 2.
- il modello 2D compare in primo piano ma la scena 3D viene visualizzata in modo errato. In questo caso, è consigliabile verificare la posizione del modello in scena 2D rispetto all’origine degli assi (0,0); per eseguire questa operazione basta posizionare il cursore del mouse su un vertice qualunque del modello e leggere le sue coordinate in basso a sinistra.
In figura, ad esempio, abbiamo delle coordinate eccessive che vanno ad inficiare la visualizzazione del modello 3D. La soluzione è semplice: spostare il modello 2D all’origine degli assi, tramite il comando Puntatore -> Move to Origin -> Move to Origin.
In questo modo si dovrebbe, quasi sicuramente, risolvere il problema di visualizzazione.
Nel caso in cui il problema dovesse persistere, è possibile inviare il proprio progetto di TermiPlan (file con estensione .archi) alla mail del supporto tecnico [email protected] indicando la problematica riscontrata.
Il D.P.R. n. 74 del 16 Aprile 2013 stabilisce, al comma 3 dell’art. 8, che i controlli di efficienza energetica sono essere eseguiti:
- all’atto della prima messa in esercizio dell’impianto, a cura dell’installatore;
- nel caso di sostituzione degli apparecchi del sottosistema di generazione, come ad esempio la sostituzione del generatore;
- nel caso di interventi che non rientrino tra quelli periodici, ma tali da variare l’efficienza energetica.
Quindi, in base alla lettera a, la risposta al quesito è SI.
Per maggiori dettagli sulla periodicità dei controlli di efficienza energetica, si rimanda alla FAQ 45.
TermiPlan, al primo avvio, richiede l’attivazione tramite l’inserimento del proprio codice seriale (reperibile sul foglio di licenza oppure nella propria mypage).
Nel caso in cui non venisse richiesta l’attivazione, al suo avvio, ma comunque venisse segnalata l’attivazione come demo; è possibile attivarlo tramite internet accedendo alla sezione Informazioni. Per visualizzare il pulsante Informazioni, nella parte alta dell’area di lavoro, occorre attivare il comando TermiPlan [1] (posizionato in basso a sinistra nella toolbox laterale) ed in questo modo verrà visualizzata la barra contenente tale sezione (vedi figura).
Nella finestra Informazioni occorre cliccare su Abilitazione (vedi figura); inserire il proprio codice seriale, nella finestra che si aprirà a video, ed infine cliccare su [Attiva].
Il software segnalerà immediatamente l’esito dell’attivazione.
Nel caso in cui non vada buon fine l’attivazione online è possibile procedere con l’attivazione manuale; occorrerà inviarci a [email protected] il Codice Richiesta, relativo al/i modulo/i acquistato/i, che il software mostrerà a video.
Il Decreto 26 Giugno 2015, nell’Allegato 1 al punto 1.4.3 Deroghe, stabilisce che:
“In caso di interventi di riqualificazione energetica dell’involucro opaco che prevedano l’isolamento termico dall’interno o l’isolamento termico in intercapedine, indipendentemente dall’entità della superficie coinvolta, i valori delle trasmittanze di cui alle tabelle da 1 a 4 dell’Appendice B, sono incrementati del 30%”.
Quindi nel caso i suddetti interventi si configurino come riqualificazione energetica, occorre incrementare del 30% i valori limite di legge per le trasmittanze termiche.
In TermiPlan, per impostare questo tipo di interventi, all’interno del pannello Dati Generali è presente l’opzione Cappotto Interno/Mezzeria che deve essere attivata.
In questo modo tutti i valori limite di trasmittanza verranno incrementati del 30% rispetto a quelli previsti dall’Appendice B del D.M. 26 Giugno 2015.
In Calabria, a decorrere dal 10 Dicembre 2019 è obbligatorio trasmettere l’APE solo in formato XML e tramite il portale APE Calabria www.apecalabria.enea.it.
Ogni tecnico per poter accedere al portale deve registrarsi tramite le seguenti fasi:
- Inserimento dei dati anagrafici e professionali;
- caricamento scansione del documento d’identità in corso di validità;
- caricamento scansione del modulo di registrazione, prodotto dal sistema, debitamente datata e firmato.
A seguito della registrazione, il tecnico viene inserito nell’elenco dei soggetti certificatori consultabile liberamente sul portale.
Il tecnico certificatore deve essere in possesso di firma elettronica necessaria per sottoscrivere, in forma digitale, gli Attestati di prestazione energetica prima di essere caricati e trasmessi sul portale.
La procedura di invio prevede quanto segue:
- caricamento scansione del libretto di impianto in formato PDF. A tal proposito si consiglia di consultare anche le FAQ 46, 48, 49, 50;
- caricamento dell’APE in formato XML generato dal software TermiPlan e firmato elettronicamente con la specifica XML Signature (XAdES-BES);
- il portale segnalerà subito eventuali errori presenti nel file XML; in questo caso occorrerà correggere gli errori e ricaricare il file corretto. Nel caso il caricamento vada a buon fine, l’APE verrà etichettato come “In lavorazione” e potrà essere aperto in anteprima oppure trasmesso definitivamente.
NOTA BENE: tutti gli ape trasmessi alla regione tramite il canale pec [email protected], utilizzata fino al 9 Dicembre 2019, verranno restituiti al mittente.
Il DPR n. 75 del 16 Aprile 2013 regolamenta i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici.
I tecnici devono essere prima di tutto iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali ed abilitati alla progettazione di edifici ed impianti ad essi asserviti, nel limite delle specifiche competenze conferite ad esso dall’attuale quadro normativo. Inoltre il Decreto elenca tutti i titoli di studio che danno accesso diretto alla qualifica di Certificatore Energetico e tutti i titoli che invece necessitano la frequenza di corsi abilitanti.
Di seguito sono elencate tutte le classi di laurea magistrale che abilitano in modo diretto:
- Architettura (LM-4);
- Ingegneria chimica (LM-22);
- Ingegneria civile (LM-23);
- Ingegneria dei sistemi edilizi (LM-24);
- Ingegneria della sicurezza (LM-26);
- Ingegneria elettrica (LM-28);
- Ingegneria energetica e nucleare (LM-30);
- Ingegneria gestionale (LM-31);
- Ingegneria meccanica (LM-33);
- Ingegneria per l’ambiente ed il territorio (LM-35);
- Scienza e ingegneria dei materiali (LM-53);
- Scienze e tecnologie agrarie (LM-69);
- Scienze e tecnologie forestali ed ambientali (LM-73).
Di seguito sono elencate tutte le classi di laurea specialistica che abilitano in modo diretto:
- Architettura e ingegneria edile (4/S);
- Ingegneria chimica (27/S);
- Ingegneria civile (28/S);
- Ingegneria elettrica (31/S);
- Ingegneria energetica e nucleare (33/S);
- Ingegneria gestionale (34/S);
- Ingegneria meccanica (36/S);
- Ingegneria per l’ambiente e il territorio (38/S);
- Scienza e ingegneria dei materiali (61/S);
- Scienze e gestione delle risorse rurali e forestali (74/S);
- Scienze e tecnologie agrarie (77/S).
In calce è possibile scaricare il DPR 75/2013 per la consultazione completa dei titoli.
Il Ddl Destinazione Italia (DL n. 145/2013) ha ampliato anche l’elenco delle Lauree e Diplomi che danno accesso diretto alla qualifica di Certificatore energetico, senza obbligo di frequenza di corsi abilitanti; inoltre ha aumentato da 64 a 80 ore la durata minima del corso di formazione.
Si consiglia di rivolgersi sempre al proprio Ordine o Collegio professionale di appartenenza per maggiori chiarimenti sulla questione.
In TermiPlan è possibile esportare l’APE nel formato XML per il caricamento sui diversi portali regionali, che prevedono questo tipo di file per l’invio in regione.
La procedura di esportazione si articola nelle seguenti fasi:
- Eseguire la verifica termica e cliccare sul pulsante APE
- Compilare le varie sezioni, nella finestra che si aprirà a video, prestando particolare attenzione alle sezioni Riferimenti Catastali, Gruppo Subalterni ed Info Ape (solo per xml).
- Nella sezione Info Ape (solo per xml) occorre inserire il CAP del comune in cui è ubicata l’unità e, per alcune regioni, la data dell’ultima ristrutturazione.
Inoltre, nei Dati Generali (in alto sull’area di disegno) occorre inserire obbligatoriamente la data del sopralluogo come mostrato in figura, prima di procedere all’esportazione XML. - Infine cliccare sul pulsante [Xml Ridotto v.12] oppure [Xml Esteso v.5] posizionato in alto nella finestra e scegliere la cartella di salvataggio del file XML.
Il formato XML da utilizzare deve corrispondere a quello richiesto dalla regione di competenza, per cui prima di procedere all’esportazione del documento è bene verificare il file atteso sul portale regionale.
Il file XML così generato deve essere poi firmato digitalmente, con la specifica XML Signature (XAdES-BES), prima di poter essere trasmesso alla regione di competenza.
Il caso in esame riguarda la procedura corretta per firmare digitalmente, con la specifica XML Signature (XAdES-BES), il file XML dell’APE tramite la firma digitale CNS (InfoCamere).
La procedura operativa prevede le seguenti fasi:
-
- Scaricare il software File Protector dal sito InfoCamere, nel caso non sia già installato sul pc;
- Avviare File Protector e creare un nuovo profilo utente, inserendo un nome utente ed una password a proprio piacimento;
- Riavviare di nuovo File Protector e scaricare eventuali aggiornamenti, se notificati dal software;
- Aprire il menù File e scegliere il comando Firma XML;
- Selezionare il file XML da firmare e cliccare su APRI;
- Accedere alla sezione Opzioni avanzate;
- Settare le impostazioni della finestra, come mostrato in figura; quindi cliccare su OK per ritornare alla finestra del punto 6;
- Cliccare su Aggiungi firma…, nella finestra del punto 6, ed inserire il PIN relativo alla propria firma digitale;
- Selezionare il certificato di firma da usare per apporre la firma;
- Infine cliccare di nuovo su Aggiungi firma… per completare la procedura;
- il software segnalerà immediatamente l’esito della firma;
- il file così firmato potrà essere caricato sul sito della regione.
La trasmissione dell’APE, in formato XML, sul portale regionale potrebbe restituire i seguenti errori:
- Lunghezza massima 36 caratteri;
- ID dell’APE attribuito dalla Regione di competenza.
In questi casi, l’errore è da attribuire alla modalità errata di firma del file XML.
Per tutti coloro che possiedono la firma digitale CNS, fornita da InfoCamere, occorre seguire la procedura descritta nella FAQ 79.
Per i possessori di firma digitale Aruba, si consiglia di scaricare l’ultima versione del software ArubaSign dal sito del produttore oppure contattare quest’ultimo per indicazioni sul download dell’ultima versione del software di firma.
Il caso preso in esame riguarda l’errore “Copyright – è un elemento di tipo testuale” che potrebbe presentarsi in fase di caricamento del file XML dell’APE sui portali regionali.
L’errore denota l’utilizzo di una versione obsoleta di TermiPlan; per cui basta semplicemente scaricare la versione aggiornata, per tutti coloro che rientrano nel canone di aggiornamento, dalla propria area riservata mypage.analistgroup.com accessibile con i dati indicati su Foglio di Licenza e comunque richiedibili allo 0825 680173.
Il caso preso in esame riguarda il seguente errore che potrebbe presentarsi in fase di caricamento del file XML dell’APE sui portali regionali:
CodiceIdentificativo
- Lunghezza massima 36 caratteri;
- ID dell’APE attribuito dalla Regione di competenza.
L’errore denota l’utilizzo di una versione obsoleta di TermiPlan; per cui basta semplicemente scaricare la versione aggiornata, per tutti coloro che rientrano nel canone di aggiornamento, dalla propria area riservata mypage.analistgroup.com accessibile con i dati indicati su Foglio di Licenza e comunque richiedibili allo 0825 680173.
Il caso preso in esame riguarda l’errore “epglnrRif” che potrebbe presentarsi in fase di caricamento del file XML dell’APE sui portali regionali.
L’errore denota l’utilizzo di una versione obsoleta di TermiPlan; per cui basta semplicemente scaricare la versione aggiornata, per tutti coloro che rientrano nel canone di aggiornamento, dalla propria area riservata mypage.analistgroup.com accessibile con i dati indicati su Foglio di Licenza e comunque richiedibili allo 0825 680173.
Il caso preso in esame riguarda l’errore Room already exist! che si potrebbe verificare in fase di inserimento dei vani negli ambienti del disegno 2D di TermiPlan. L’errore inibisce l’inserimento del vano restituendo l’errore a linea di comando.
La causa dell’errore è da ricercare in un vano errato, già inserito nel disegno, che copre la superficie dell’ambiente in esame; tale anomalia potrebbe essere generata da una connessione inesatta delle murature oppure dall’inserimento scorretto del vano.
Quindi si consiglia di controllare con attenzione tutti i vani già inseriti ed in particolare la loro superficie utile al fine di individuare quello degenere e correggere tale anomalia.
In TermiPlan, il vano identifica i singoli ambienti di un progetto.
Per verificare la correttezza della superficie di un vano si può procedere in due modalità:
- controllare la superficie riportata sotto la dicitura del vano (evidenziata in giallo);
- cliccare sul nome del vano, col tasto sinistro del mouse, per visualizzare a video la polilinea tratteggiata che lo circoscrive.
Come si può notare dalla figura, la polilinea tratteggiata del VANO DX si espande anche nell’ambiente a sinistra generando una superficie errata per tale ambiente (25.225 mq). Le frecce blu indicano proprio la polilinea errata del vano che copre anche il VANO SX; la freccia in rosso invece indica l’errore di giunzione dei muri che ha causato tale anomalia. Per correggere tale anomalia nelle murature si rimanda alla FAQ 69.
Il caso preso in esame riguarda l’individuazione della superficie disperdente ed il calcolo del volume lordo riscaldato di un appartamento termoautonomo posizionato al 3° piano di un condominio.
L’unità ha un’altezza utile di 2,8 m e locali riscaldati al piano inferiore e superiore; inoltre, confina con un vano riscaldato e due (scala ed ascensore) non riscaldati complanari.
Fig. 1 – Vista in pianta
Fig. 2 – Vista in sezione
Superficie disperdente
La superficie disperdente è data dalla somma di tutte le superfici che separano/delimitano il volume climatizzato/riscaldato dall’ambiente esterno o da un ambiente non riscaldato, ossia a temperatura non controllata, come ad esempio garage, vani scala, ascensori, etc.
Volume lordo riscaldato
Il volume lordo riscaldato è definito dalle superfici esterne che lo delimitano.
In pratica, è dato dalla superficie lorda in pianta (fig. 1 contorno rosso) moltiplicata per l’altezza comprensiva dello spessore dei solai (fig. 2 contorno rosso).
Gli elementi pareti e solai vengono presi in mezzeria nel caso in cui siano a confine con altri locali riscaldati.
Quindi, in conclusione, nel caso preso in esame la superficie disperdente è data da tutte le murature perimetrali ad eccezione delle due confinanti con altra unità riscaldata complanare; mentre il volume lordo riscaldato è dato dalla superficie lorda in pianta (contorno rosso fig. 1) moltiplicata per l’altezza lorda (contorno rosso fig. 2), data dall’altezza utile del livello/unità (2,8 m) sommata a metà spessore del solaio superiore e metà spessore del solaio inferiore.
In TermiPlan, il calcolo della superficie disperdente e del volume lordo riscaldato viene eseguito in automatico a condizione che vengano inseriti sempre i locali a confine, siano essi complanari o posizionati ai piani superiore/inferiore. A tal proposito si consiglia di consultare la FAQ 21 che tratta l’inserimento dei locali confinanti.
Il caso preso in esame si verifica quando, in TermiPlan, in fase di compilazione del protocollo ITACA compare a video il messaggio di errore “Eccezione non gestita in un componente dell’applicazione. Fare clic su Continua per ignorare l’errore e tentare di proseguire. Impossibile trovare il metodo ‘System.String.System.String.Format (System.IFormatProvider, System.String, System.Object)’ ” con conseguente schermata vuota.
Per risolvere tale problema occorre accertarsi che, sul proprio pc, sia installato il componente denominato Microsoft Framework .NET ver. 4.7.1 o superiore e, nel caso non sia presente, bisogna procedere alla sua installazione.
Per verificare la presenza di Microsoft Framework .NET sul pc basta aprire il Pannello di controllo e accedere a Programmi e funzionalità; scorrere l’elenco dei software fino alla voce in oggetto. L’esempio in figura indica che sul pc è presente la versione 4.7.1 ma, come detto innanzi, è possibile avere anche una versione superiore.
Nel caso non sia presente tale versione oppure una versione precedente, è possibile procedere alla sua installazione dal seguente link:
https://www.microsoft.com/it-IT/download/details.aspx?id=56116
In alternativa, è sufficiente eseguire una ricerca su google per “Download microsoft framework .net” per accedere alla pagina di download direttamente dal sito microsoft.
Se la presente non dovesse risolvere l’errore, è possibile inviare il file di progetto di TermiPlan (.archi) a [email protected] descrivendo in dettaglio la problematica.
Il caso preso in esame riguarda l’inserimento, in TermiPlan, di un generatore elettrico o meglio resistenza elettrica per riscaldamento come ad esempio strisce radianti, radiatori elettrici, etc. Questi tipi di impianto hanno la peculiarità di essere collegati direttamente all’elettricità.
In TermiPlan, è sufficiente impostare un Generatore Standard secondo la Normativa di riferimento “Generatore Elettrico per Riscaldamento” ed inserire la sua potenza elettrica nominale nel campo Potenza carico nominale.
Inoltre, nella sezione Distribuzione riscaldamento, posizionata in basso a destra sempre all’interno della centrale termica, occorre impostare il rendimento di distribuzione a 100%.
In TermiPlan si possono inserire interventi migliorativi sia automatici sia manuali. Si consiglia di optare sempre per l’inserimento di un solo intervento migliorativo, visto che la norma prevede almeno un intervento.
L’adozione degli interventi manuali, prevede prima di tutto che siano disattivati gli Interventi Automatici (2) nel pannello Impostazioni (1) posizionato in alto sull’area di disegno.
Quindi, nella sezione Stili (pannello a destra) creiamo il nuovo intervento migliorativo.
Assegniamo un nome all’intervento, un costo e soprattutto una tipologia.
Vediamo in dettaglio alcuni parametri dell’intervento:
- Tipologia deve essere specificata la tipologia dell’intervento tra le possibili scelte:
– REN 1 – FABBRICATO – INVOLUCRO OPACO: utilizzato quando si interviene su elementi opachi come muri, solai, porte;
– REN 2 – FABBRICATO – INVOLUCRO TRASPARENTE: utilizzato per interventi su finestre
e/o porte-finestre;
– REN 3 – IMPIANTO CLIMATIZZAZIONE – INVERNO: si utilizza quando si interviene
sull’impianto di climatizzazione invernale;
– REN 4 – IMPIANTO CLIMATIZZAZIONE – ESTATE: si utilizza quando si interviene
sull’impianto di climatizzazione estiva;
– REN 5 – ALTRI IMPIANTI: nel caso in cui si intervenga su altri impianto che non rientrino nei precedenti;
– REN 6 – FONTI RINNOVABILI: si utilizza quando si interviene sulle fonti rinnovabili
(fotovoltaico, solare termico, etc). - Ristrutturazione importante deve essere spuntato nel caso in cui l’intervento rientri nei casi di interventi di ristrutturazione di I livello (quando si interviene su oltre il 50% della superficie disperdente e si ristruttura anche l’impianto termico) o di II livello (quando si interviene su oltre il 25% della superficie disperdente e/o sull’ impianto termico). Per maggiori dettagli si rimanda alla FAQ 62.
- Complessivo si utilizza solo quando vengono creati più interventi migliorativi separati (cappotto termico, sostituzione impianto termico, etc) ed è obbligatorio, in questo caso, crearne un altro che li racchiuda tutti.
L’intervento, così creato, rappresenta una “copia” dello stato di fatto ovvero avrà tutte le caratteristiche termofisiche identiche a quelle dello stato di fatto. Quindi, per poter differenziare tale copia/intervento rispetto allo stato di fatto, occorre ora modificare le entità (muri, infissi, solai) o gli impianti termici interessati dall’intervento.
L’intervento migliorativo sugli impianti termici in TermiPlan consiste nel sostituire la centrale termica esistente con una nuova più performante a livello di rendimento termico.
Questo tipo di intervento si può inserire solo in modalità manuale; a tal proposito si rimanda alla FAQ 89 per l’impostazione di un intervento manuale.
Quindi dopo aver creato il nuovo intervento, scegliendo come tipologia una tra le opzioni da REN3 a REN6, si accede al pannello Gestione zone.
Qui, occorre aprire la zona termica dell’unità da migliorare facendo doppio clic col tasto sinistro del mouse su di essa. Supponiamo, ad esempio, di avere utilizzato Unità senza impianto per cui la zona termica interessata sarà “Zona riscaldata senza impianto” a cui sono associati tutti i vani dell’unità.
All’interno della zona termica, occorre sostituire la centrale termica associata al servizio che si desidera migliorare (riscaldamento e/o acqua calda sanitaria). Nel nostro esempio, andremo a sostituire la centrale termica esistente “Centrale per edificio senza impianto” con una nuova centrale termica sia nel servizio di riscaldamento sia in quello per la produzione di acqua calda sanitaria.
Per sostituire la centrale termica basta cliccare sul pulsante con 3 puntini posizionato a destra di ogni servizio.
Per il riscaldamento, dopo aver cliccato sui 3 puntini, si aprirà la finestra in cui sostituire la centrale associata a tale impianto. Come si può notare la centrale da sostituire è “centrale per edificio senza impianto”
Basta fare doppio clic sulla riga, indicata nella figura precedente, per aprire la finestra con i dettagli dello stesso. In quest’ultima, con il pulsante indicato in figura, sarà possibile aprire l’archivio delle centrali e sceglierne una più performante a livello energetico*.
Il risultato finale sarà questo mostrato in figura. La centrale migliorativa, in questo esempio, è chiamata centrale MIGLIORATIVA* ma potrebbe avere qualunque altro nome.
Chiudiamo a ritroso tutte le schermate, confermando con Ok, per ritornare alla finestra della zona riscaldata.
Passiamo al servizio di produzione di acqua calda sanitaria, dove basta cliccare sui 3 puntini a destra di “Centrale termica acqua calda sanitaria” e selezionare dall’archivio la nuova centrale precedentemente creata.
Il risultato finale è mostrato in figura.
Riepilogando, l’intervento migliorativo sugli impianti termici consiste nel sostituire la centrale termica esistente con una nuova centrale, avente al suo interno uno o più generatori più efficienti rispetti a quelli utilizzati nello stato di fatto.
Per inserire invece un pannello solare fotovoltaico, basta consultare la FAQ 20
Dopo aver eseguito l’intera procedura, occorre lanciare la verifica termica dal pannello Legge 90/2013 per controllare se l’intervento sia effettivamente migliorativo oppure peggiorativo. Il programma in tutti i casi segnalerà eventuali anomalie dell’intervento.
* Per la creazione di una nuova centrale termica, si rimanda alla FAQ 91.
In TermiPlan è possibile creare una nuova centrale termica in pochi passaggi.
La Centrale termica è costituita da uno o più generatori dedicati alla produzione di energia (termica, elettrica) per i vari servizi.
All’interno di una qualunque zona termica riscaldata, basta cliccare sul pulsante con i 3 puntini posizionato a destra di ogni servizio energetico, per aprire l’archivio delle centrali.
All’interno dell’archivio è possibile aggiungere, duplicare o eliminare centrali termiche.
Supponiamo di voler crearne una nuova, clicchiamo su [Nuova] e a video si aprirà la schermata di dettaglio della centrale.
La centrale termica è costituita dal riquadro Generatori a sinistra, dove sono elencati tutti i generatori, e da una serie di comandi descritti di seguito.
Alla nuova centrale occorre prima di tutto assegnare un nome univoco (campo Descrizione) e poi è possibile eseguire diverse operazioni:
- Importa da Web: consente di importare un generatore nella centrale scaricandolo dal marketplace di TermiPlan. E’ necessario essere connessi ad internet.
- Pubblica su Web: permette di pubblicare il generatore sul marketplace di TermiPlan. E’ necessario essere connessi ad internet.
- Nuovo Generatore: inserisce un nuovo generatore in modalità manuale.
- Duplica Generatore: duplica il generatore selezionato nel riquadro a sinistra.
- Elimina Generatore: cancella il generatore corrente.
- Esporta su file: permette di esportare il generatore corrente sotto forma di file per poter essere utilizzato in un nuovo progetto oppure trasmesso ad un altro utilizzatore di TermiPlan.
- Importa da file: consente di caricare un generatore importandolo da file, generato sempre da TermiPlan col comando esporta su file.
- Accumulo: qui vengono gestiti eventuali serbatoi di accumulo collegati alla centrale.
- Distribuzione: in questa sezione si può gestire il sottosistema di distribuzione, suddiviso per servizio energetico.
- UTA: in questa sezione si gestiscono le unità di trattamento dell’aria (UTA).
Il caso preso in esame riguarda l’inserimento di uno scaldacqua in TermiPlan.
Come per tutte le altre tipologie di generatore, deve essere inserito in una centrale termica (FAQ 91); questa poi verrà associata a “Centrale Termica Acqua Calda Sanitaria” della zona riscaldata.
Per inserire lo scaldacqua nella centrale termica, si può procedere in due modi:
- caricamento dal marketplace interno di TermiPlan (1) FAQ 94;
- inserimento manuale (2).
Per il download dal marketplace, dopo aver attivato Importa da Web, si aprirà la finestra dove poter eseguire la ricerca dello scaldacqua e relativo download nella centrale.
Per l’inserimento manuale, occorre cliccare su Nuovo Generatore per aprire a video la seguente finestra.
I parametri richiesti per uno scaldacqua sono:
- Descrizione (1): breve descrizione dello scaldacqua;
- Tipo (2): occorre impostare la tipologia come Generatore standard;
- Servizio (3): attivare solo il servizio ACS;
- Potenza termica utile (4): inserire la potenza utile nominale dello scaldacqua;
- Rendimento Generazione (5): nel caso sia noto può essere digitato nel campo dopo aver disabilitato l’opzione “Rendimento precalcolato”; può essere calcolato direttamente in TermiPlan, attivando l’opzione “Rendimento precalcolato” e scegliendo il tipo di apparecchio e la sua versione dagli appositi campi*;
- Combustibile: qui occorre specificare il combustibile dello scaldacqua tra le varie opzioni proposte;
- Accumulo (6): in questa sezione và inserito l’eventuale serbatoio di accumulo esterno allo scaldacqua.
* Gli apparecchi si distinguono in:
Apparecchio di Tipo B
Apparecchio previsto per il collegamento a camino/canna fumaria o a dispositivo che evacua i prodotti della combustione all’esterno del locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente avviene nel locale d’installazione e l’evacuazione dei prodotti della combustione avviene all’esterno del locale stesso.
Apparecchio di Tipo C
Apparecchio il cui circuito di combustione (prelievo dell’aria comburente, camera di combustione, scambiatore di calore e evacuazione dei prodotti della combustione) è a tenuta rispetto al locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avvengono direttamente all’esterno del locale.
Apparecchio con fiamma pilota
Scaldabagno o caldaia combinata con una fiammella sempre accesa, che permette di far partire istantaneamente la produzione di acqua calda. Il consumo di gas per il pilota è minimo, circa 60-70 mc/anno. La sicurezza è garantita dalla presenza di un dispositivo chiamato termocoppia che blocca la fuoriuscita di gas in caso di malfunzionamento. Questi apparecchi non sono più in vendita, hanno consumi maggiori rispetto a quelli senza fiamma.
Apparecchio senza fiamma pilota
Sistema presente nelle caldaie e scaldabagno istantanei di nuova generazione, che consente di eliminare la fiammella pilota presente nei modelli tradizionali. La caldaia senza fiamma pilota permette un risparmio calcolato in circa 60-70 mc/anno di metano.
Il caso preso in esame riguarda l’inserimento di un solare termico per la produzione energia termica in TermiPlan.
Come per tutte le altre tipologie di generatore, il pannello solare termico deve essere inserito in una centrale termica (FAQ 91) che, a sua volta, và associata a “Centrale Termica Acqua Calda Sanitaria” nella zona riscaldata appartenente all’unità da certificare.
Per inserire il solare termico nella centrale termica, si può procedere in due modi:
- caricamento dal marketplace interno di TermiPlan (1) FAQ 94;
- inserimento manuale (2).
Per il download dal marketplace, dopo aver attivato Importa da Web, si aprirà la finestra dove poter eseguire una ricerca del solare termico e relativo download nella centrale.
Per l’inserimento manuale, occorre cliccare su Nuovo Generatore per aprire a video la seguente finestra.
I parametri richiesti per il solare termico sono:
- Descrizione (1): breve descrizione del solare termico;
- Tipo (2): occorre impostare la tipologia come Pannello Solare;
- Servizio (3): specificare a quale servizio è destinata l’energia termica prodotta dal pannello: solo per il riscaldamento, solo per la produzione di acqua calda sanitaria oppure per entrambi (produzione combinata);
- Anno di installazione: inserire l’anno di installazione se noto;
- Codice catasto degli impianti: inserire il codice catasto degli impianti, se presente nella regione in cui si opera;
- Azimut: orientamento del pannello solare, viene espresso in ° (gradi). Il SUD è 0°, EST -90° ed OVEST +90°;
- Inclinazione: indicare l’angolo di inclinazione del pannello, espresso in ° (gradi).;
- Collettori: qui occorre scegliere la tipologia del collettore solare. In base alla tipologia selezionata, è possibile calcolare in automatico, cliccando sul pulsante DFL, i parametri relativi al rendimento nullo, al coefficiente a1, a2 e IAM nel caso in cui tali parametri non siano noti. I valori precalcolati sono ricavati dal Prospetto C.2 della UNI/TS 11300-4;
- Area: indica la superficie di captazione/apertura del pannello solare, espressa in mq;
- Abedo: parametro che rappresenta la capacità di assorbire calore delle superfici e degli oggetti. In questo caso deve essere scelto l’albedo relativo alle superfici circostanti il solare termico. In pratica, maggiore è il valore di questo parametro e maggiore sarà la quantità di luce che gli oggetti riflettono. I valori di questo parametro sono desunti dalla norma UNI 8477;
- Coefficiente Ust(hx): coefficiente di scambio termico dello scambiatore di calore, utilizzato per determinare il fattore adimensionale X previsto dalla UNI/TS 11300-4;
- Rendimento nullo: efficienza del collettore con perdite nulle; in pratica rappresenta il massimo rendimento di un collettore nella sua condizione ideale, ovvero con perdite termiche pari a 0. In assenza di questo parametro fornito dal fabbricante, si può utilizzare il prospetto C.2 della UNI/TS 11300-4 cliccando sul pulsante [Dfl];
- Coefficiente Perdita Globale a1: coefficiente di primo ordine di interpolazione dell’efficienza. In assenza di questo parametro fornito dal fabbricante, si può utilizzare il prospetto C.2 della UNI/TS 11300-4 cliccando sul pulsante [Dfl];
- Coefficiente Perdita Globale a2: coefficiente di secondo ordine di interpolazione dell’efficienza. In assenza di questo parametro fornito dal fabbricante, si può utilizzare il prospetto C.2 della UNI/TS 11300-4 cliccando sul pulsante [Dfl];
- IAM: indica la quantità reale di radiazione solare che colpisce l’ assorbitore del collettore solare. Questo parametro è uguale a 1 quando il collettore è perpendicolare ai raggi del sole. Questo valore come tutti i precedenti possono essere calcolati automaticamente da TermiPlan cliccando sul pulsante [Dfl] che sfrutta il prospetto C.2 della UNI/TS 11300-4;
- Ombreggiamento: inserire eventuali aggetti oscuranti, specificando per ciascuno di essi l’angolo azimutale in cui il sole scompare, appare e la sua altezza;
- Accumulo: in questa sezione và inserito l’eventuale serbatoio di accumulo esterno.
TermiPlan dispone di un marketplace dove è possibile reperire una moltitudine di generatori, suddivisi per marca e tipologia, già pronti all’uso.
L’importazione avviene sempre all’interno di una centrale termica, per cui basta aprirne una ed attivare il comando Importa da Web.
A video si aprirà il marketplace in cui sarà possibile eseguire una ricerca per tipologia oppure per marca/modello del generatore.
Ad esempio, inserendo la parola chiave “caldaia a condensazione” (1) nel campo di ricerca verranno elencati (2) tutti i generatori di questa tipologia.
Le più parole chiave più comuni sono:
- scaldacqua
- pompa di calore
- pannello solare
- pannello fotovoltaico
- caldaia
- generatore standard
Infine, cliccando sul singolo generatore dell’elenco è possibile verificarne tutte le caratteristiche tecniche ed importarlo all’interno della centrale cliccando su Download.
Il generatore prescelto sarà così caricato in automatico nella centrale termica. E’ possibile fare doppio clic su di esso per visualizzare tutti i suoi parametri.
NOTA BENE: Per poter eseguire l’importazione è necessario essere connessi ad internet e disporre dell’ultima versione di Internet Explorer, almeno della versione 11.
Nella FAQ 93 è stato analizzato l’inserimento di un solare termico in TermiPlan, ora vediamo invece l’inserimento di un serbatoio di accumulo termico associato ad esso.
Come prevede la UNI/TS 11300-2, il serbatoio di accumulo deve essere considerato solo nel caso sia esterno al generatore; nel caso invece l’accumulo sia incorporato (accumulo interno), le sue perdite di energia termica sono computate nelle perdite del sottosistema di generazione.
Per inserire il serbatoio di accumulo, all’interno della finestra del solare termico è presente il riquadro Accumulo.
Fig. 1
La prima operazione da eseguire consiste nell’inserimento o scelta di un serbatoio, per cui occorre cliccare sul pulsante con 3 puntini a destra del campo Accumulo (1). Nella finestra a video bisogna selezionare il serbatoio di accumulo da utilizzare; per poter inserire un nuovo accumulo si può utilizzare il tasto Nuovo accumulo (1) oppure cliccare sul tasto destro del mouse -> Nuovo (2).
I dati richiesti per il serbatoio di accumulo sono mostrati in figura.
Prima di tutto occorre specificare un nome dell’accumulo, poi la sua dispersione termica, tale valore viene fornito di solito dal costruttore ed è reperibile nelle schede tecniche.
E’ possibile calcolare la dispersione termica anche col software cliccando su DFL che aprirà a video la seguente finestra.
Nel campo Superficie esterna deve essere inserita la superficie esterna dell’accumulo; lo spessore dello strato isolante utilizzato per l’isolamento del serbatoio; la conduttività dell’isolante ed in questo modo TermiPlan calcolerà in automatico la Dispersione Termica.
In Temperatura media nell’accumulo và indicata la temperatura media dell’accumulo espressa in °C; in Volume di accumulo si deve specificare il volume di accumulo del serbatoio espresso in litri ed infine la zona di installazione tra quelle proposte nel campo a discesa.
Dopo aver impostato creato e scelto il serbatoio di accumulo al punto 1, occorre indicare la tipologia di tubazione di collegamento tra il sistema solare ed il riscaldatore ausiliario per il calcolo delle perdite termiche di distribuzione (Appendice C UNI/TS 11300-4).
Al punto 2 della Fig 1, l’opzione Presenza sistema ausiliario serve ad indicare la presenza di un sistema ausiliario (resistenza elettrica all’interno dell’accumulo) che consente di soddisfare il fabbisogno di acqua calda sanitaria nel caso in cui il solare termico non riesca a coprire l’intero fabbisogno o risulti non operativo.
L’integrazione ausiliaria può essere:
- permanente
- notturna
- emergenza
In Accumulo Volume di Backup, espresso in litri, occorre indicare il volume di acqua che riesce a riscaldare il sistema ausiliario.
Infine al punto 3 della Fig. 1, viene indicata l’eventuale presenza di un Sistema di circolazione forzata dell’acqua; in tal caso bisogna specificare se a funzionamento intermittente e se la pompa è a velocità variabile. Inoltre, nel campo Potenza[W] và specificata la potenza degli ausiliari relativi al sistema di circolazione forzata.
__________________________________________________________
Infine, l’accumulo termico deve essere indicato anche nelle apposite sezioni dedicate all’interno della centrale termica, che contiene i generatori collegati ad esso, per il servizio a cui è asservito (vedi figura).
Il caso preso in esame riguarda la redazione dell’APE di un’unità condominiale servita da impianto centralizzato, in particolare la domanda più frequente che ci poniamo è: “Come ripartire la potenza termica complessiva del generatore di tale impianto?”.
La UNI/TS 11300-5 ci viene in aiuto in tale circostanza, difatti stabilisce che la ripartizione del fabbisogno di energia primaria della singola unità è determinata in proporzione al fabbisogno di energia termica utile dell’unità, oggetto di calcolo, in rapporto al fabbisogno di energia termica dell’intero edificio. Quindi per correttezza occorrerebbe effettuare un calcolo dell’intero edificio, ovvero rappresentare l’unità oggetto di calcolo e tutte le altre che compongono l’edificio, prestando particolare attenzione ad associare il medesimo impianto termico, costituito da generatore centralizzato, a tutte le unità.
In TermiPlan, per inserire un impianto centralizzato occorre associare la medesima centrale termica a tutte le unità facenti parte dell’edificio condominiale.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, supponiamo di avere un impianto centralizzato che serva 4 unità immobiliari solo per il servizio di riscaldamento, mentre per l’acqua calda ciascuna unità disponga di impianto autonomo.
La schema logico delle unità è mostrato di seguito:
Unità immobiliare SUB 1 | ||
zona termica SUB 1 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica condominiale | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale ACS SUB 1 | ||
Unità immobiliare SUB 2 | ||
zona termica SUB 2 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica condominiale | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale ACS SUB 2 | ||
Unità immobiliare SUB 3 | ||
zona termica SUB 3 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica condominiale | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale ACS SUB 3 | ||
Unità immobiliare SUB 4 | ||
zona termica SUB 4 | ||
Impianto riscaldamento: centrale termica condominiale | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale ACS SUB 4 |
Come si può notare dallo schema, la centrale termica associata all’impianto di riscaldamento è sempre la stessa nella zona termica di ciascuna unità; mentre per il servizio di produzione di acqua calda sanitaria è utilizzata una centrale termica distinta e separata (centrale ACS SUB 1, centrale ACS SUB 2, centrale ACS SUB 3 e centrale ACS SUB 4).
Il vecchio DM 26/06/2009 indicava 10 anni come limite massimo del tempo di ritorno delle raccomandazioni, tale limite però non è stato più ribadito nel nuovo DM 26/06/2015 per cui si potrebbero avere anche tempi di ritorno maggiori di 10 anni.
In linea generale, suggeriamo sempre di valutare ed individuare l’intervento migliorativo più conveniente in termini tecnici ed economici, tra tutti quelli fattibili, ed in termini di tempo di ritorno in anni, dando priorità a quello con tempo di ritorno più basso e – possibilmente – inferiore ai 10 anni.
Nel caso in cui tutti i possibili interventi individuati abbiano un tempo di ritorno maggiore di 10, si dia comunque priorità a quello più conveniente indicando il numero esatto di anni necessari per recuperare l’investimento richiesto. Quindi si sconsiglia di indicare sull’APE i tempi di ritorno con la sigla “>10” (maggiore di 10) ma specificare sempre il numero esatto di anni.
Nella prima pagina del nuovo format dell’APE (DM 26/06/2015) devono essere indicati i servizi energetici presi in considerazione per il calcolo della prestazione energetica dell’immobile che sono la climatizzazione invernale, la climatizzazione estiva, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione meccanica, l’illuminazione ed il trasporto di persone o cose.
Nel caso in cui tali impianti siano assenti ed occorre procedere alla loro simulazione tramite l’ausilio degli impianti standard (Allegato 1 DM 26/06/2015 paragrafo 5.1 – tabella 1) occorre spuntare i servizi climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria?
La risposta al quesito ci viene fornita dall’Allegato 1 del DM 26/06/2015 che, al punto 2.1, stabilisce che il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’edificio in oggetto, fatti salvi gli impianti di climatizzazione invernale e, nel solo settore residenziale, di produzione di acqua calda sanitaria che si considerano sempre presenti. Quindi il servizio di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria devono essere sempre spuntati per gli edifici residenziali; mentre per edifici non residenziali il servizio di ACS può essere non selezionato.
Per tenere traccia del fatto che i consumi indicati nell’APE siano stati calcolati “simulando” la presenza di un impianto fittizio, nella tabella degli impianti a pag. 3 dell’APE è indicato “impianto simulato in quanto assente” in corrispondenza dei vari servizi. In questo caso non si compilano i campi delle potenze ecc. ma solo le efficienze medie e i fabbisogni EP “simulati”.
In TermiPlan, non è necessario eseguire nessuna operazione in quanto i servizi considerati e valutati vengono sempre spuntati a prescindere che si tratti di impianti reali oppure simulati.
Per la simulazione degli impianti si rimanda alle FAQ 25 e FAQ 26
Il tempo di ritorno relativo a ciascuna raccomandazione presente nell’APE è un tempo di ritorno semplice, non VAN, ovvero non tiene conto di eventuali detrazioni fiscali.
Quindi, in fase di inserimento del costo del singolo intervento migliorativo manuale, non bisogna tener conto di eventuali detrazioni fiscali a cui si potrebbe aderire ma occorre inserire il costo complessivo necessario per realizzare tale intervento.
Inoltre, nella sezione Informazioni sul miglioramento della prestazione energetica a pag. 4 dell’APE è possibile inserire eventuali detrazioni e/o incentivi nazionali o locali a cui è possibile aderire per l’esecuzione di diagnosi energetiche e interventi di riqualificazione energetica, comprese le ristrutturazioni importanti.
La motivazione indicata sull’APE è quella utilizzata al momento della sua redazione. Le motivazioni elencate nella prima pagina dell’APE si escludono a vicenda (la scelta di una esclude le altre).
E’ tuttavia possibile, oltre alla motivazione indicata, inserire una ulteriore motivazione alla voce “altro”.
Si precisa inoltre che, poiché un APE ha validità di 10 anni, successivamente lo stesso potrà essere utilizzato per altri scopi.
Ad esempio, un APE redatto per una nuova costruzione avrà selezionata la voce “nuova costruzione” nelle motivazioni. Lo stesso APE potrà essere utilizzato negli anni successivi per rimettere in vendita o in affitto l’immobile.
Per altri dettagli si rimanda alla FAQ 16
Si intendono quei fabbricati (industriali, artigianali, etc.) in cui la temperatura e/o l’umidità sono mantenuti a livelli definiti per specifiche esigenze delle lavorazioni.
Il presupposto è quindi che l’edificio ad uso produttivo sia dotato di un impianto di climatizzazione e che questo impianto sia dimensionato e tarato per garantire condizioni indispensabili per il tipo di prodotto e processo produttivo.
Essendo tali condizioni normalmente diverse da quelle previste nella norma tecnica (Asset rating, ovvero temperatura dei locali a 18°C per il solo benessere degli occupanti) rendono poco significativo e ripetibile il calcolo standard.
Sono quindi esclusi dall’ambito di applicazione della normativa fabbricati ad uso produttivo in cui vengono mantenute temperature diverse (inferiori o superiori ) ai 18°C e ricambi orari differenti da quanto previsto nella rispettiva norma (UNI 10339).
Esempi:
– lavorazione di prodotti dolciari (cioccolata) con ambienti mantenuti a 24 °C e U.R. 40%;
– confezionamento di prodotti ittici e alimentari con temperature ambientali di 12°C e dispositivi individuali di protezione dal freddo;
– laboratorio chimico-farmaceutico con 40 volumi/ora di ricambi orari.
La UNI/TS 11300-2 stabilisce che il carico termico medio annuo, espresso in W/m3, è dato dal fabbisogno annuo di energia termica utile (Qh,nd) espresso in Wh (calcolato secondo la UNI/TS 11300-1) diviso il tempo convenzionale di esercizio (h24) dei terminali di emissione, espresso in ore, ed il volume lordo riscaldato dell’unità espresso in m3.
In TermiPlan, il volume lordo riscaldato e raffrescato è riportato nella sezione Dati Geometrici.
Per visualizzare a video il pannello Dati Geometrici basta accedere al pannello Impostazioni (1), in alto a sinistra sull’area di disegno, e disattivare il campo Report dettagliato(2).
Il Fabbisogno annuo di energia termica utile per riscaldamento è riportato invece nella sezione “Edificio di Riferimento”, visualizzabile scorrendo a video i risultati del calcolo termico, con la sigla Qh,nd espresso però in KWh. Quindi per avere il valore in W è sufficiente moltiplicare tale dato per 1000.
Il parametro H’T rappresenta il coefficiente medio globale di scambio termico.
Il caso preso in esame riguarda interventi sull’involucro che non interessano tutte le strutture disperdenti, per cui c’è la necessità di escludere tali elementi dal calcolo.
In TermiPlan, è possibile escludere un elemento dal calcolo spuntando l’opzione Escludi dalla verifica all’interno dello stile.
Questa opzione è presente in tutti gli stili riguardanti murature, solai, porte ed infissi.
Per dettagli sulle varie tipologie di intervento si rimanda alle FAQ 61, 62, 63 e 64.
Nel caso di edificio con sottotetto non riscaldato sul quale si interviene solamente per il rifacimento della copertura (nota: il sottotetto rimane non riscaldato anche dopo l’intervento):
a) quali sono le verifiche da fare?
b) per la copertura occorre verificare il rispetto di U <= 0,8 W/m2K?
c) la trasmittanza del solaio del sottotetto verso locali riscaldati deve essere verificata?
d) è necessario redigere la relazione tecnica?
L’aggiornamento di Dicembre 2018 delle FAQ del MISE danno risposta ai suddetti quesiti, in particolare:
a) Non occorre effettuare alcuna verifica energetica tuttavia, per la tipologia di intervento esposto, è fortemente consigliato l’isolamento dell’ultimo solaio facente parte dell’involucro climatizzato;
b) No;
c) No, a meno che non si intervenga anche sull’ultimo solaio;
d) No.
In sintesi, non occorre eseguire alcuna verifica nè relazione tecnica per casi di questo genere.
L’aggiornamento di Dicembre 2018 delle FAQ del MISE chiarisce che:
Per reflui energetici si intende un calore residuo che rappresenta lo scarto energetico di processo; tale calore nelle giuste condizioni e con opportuni impianti spesso può essere recuperato e riutilizzato per fini energetici.
Si tratta quindi di un recupero di fluidi (acqua, aria, vapore, fumi) già caldi per esigenze di produzione.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, non vengono considerati reflui produttivi non altrimenti utilizzabili: la segatura o i trucioli di legno. Mentre vengono considerati il calore dissipato da una batteria condensatrice di un gruppo frigorifero, o lo stoccaggio di acqua calda derivante da un processo di tintura che deve essere raffreddato prima dello smaltimento e che viene fatto passare in una termo-striscia oppure il calore recuperato da un post-combustore che distrugge delle sostanze organiche derivanti da processi di stampa, ecc.
In caso di ampliamento superiore al 15% del volume lordo riscaldato esistente, essendo assimilato a nuova costruzione, occorre rispettare l’obbligo di installazione di fonti energetiche rinnovabili?
L’aggiornamento di Dicembre 2018 delle FAQ del MISE chiarisce che NON vi è obbligo di installazione di FER come definiti dal D. Lgs. 28/11 che li prevede solo per gli edifici di nuova costruzione e negli edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti.
Per maggiori dettagli sulla definizione di edificio sottoposto a ristrutturazione importante si rimanda alla FAQ 107.
Il D. Lgs. 28/11, in merito all’obbligo di installazione di fonti energetiche rinnovabili (FER), definisce “edificio sottoposto a ristrutturazione rilevante» un edificio che ricade in una delle seguenti categorie:
1) edificio esistente avente superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, soggetto a ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro;
2) edificio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione anche in manutenzione straordinaria.
Per la definizione di intervento di ristrutturazione importante di primo e di secondo livello si rimanda alla FAQ 62.
Per la definizione di intervento di ristrutturazione dell’impianto termico si rimanda alla FAQ 63.
La UNI/TS 11300-2, con l’aggiornamento 2019, ha introdotto un’appendice sul calcolo del fabbisogno di acqua calda sanitaria in presenza di recuperatori di calore dai reflui di scarico delle docce.
Questi nuovi sistemi, tramite degli scambiatori di calore, consentono una riduzione del fabbisogno di acqua calda sanitaria che può arrivare anche fino al 30% e si possono applicare sia in edifici residenziali sia in edifici non residenziali.
In TermiPlan, all’interno della zona termica nel riquadro Acqua calda sanitaria, è possibile inserire il recuperatore di calore.
I dati richiesti sono:
- numero di docce con recuperatore;
- numero di erogatori di vasche;
- efficienza media annuale dello scambiatore, fornito dal costruttore. In mancanza di questo dato si assume un valore di 0.3 (30%);
- numero di docce senza recuperatore.
L’Allegato 1 del Decreto Requisiti Minimi, paragrafo 3.4, stabilisce che sono “Edifici a energia quasi zero” tutti gli edifici, siano essi di nuova costruzione o esistenti, per cui sono contemporaneamente rispettati:
- tutti i requisiti previsti dalla lettera b), del comma 2, del paragrafo 3.3,
determinati con i valori vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1°
gennaio 2021 per tutti gli altri edifici; - gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi
di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n.
28.
Quindi l’edificio ad energia quasi zero è l’edificio che rispetta tutti i requisiti minimi vigenti al 2019/2021 e possiede la quantità massima di fonti rinnovabili richieste dall’Allegato 3 del D. Lgs. 28/2011.
Nella prima pagina dell’APE è presente un apposito campo per indicare che si tratta di un Edificio ad energia quasi zero.
Il D.P.R. 412/93 suddivide gli edifici residenziali e non residenziali nelle seguenti categorie:
Residenziali
- E.1.(1) abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali;
- E.1(2) abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili;
Non Residenziali
- E.1(1) bis – collegi, conventi, case di pena, caserme;
- E.1(3) edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari;
- E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attività industriali o artigianali, purché siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell’isolamento termico;
- E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonché le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici;
- E.4 Edifici adibiti ad attività ricreative, associative o di culto e assimilabili:
– E.4(1) quali cinema e teatri, sale di riunione per congressi;
– E.4(2) quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto;
– E.4(3) quali bar, ristoranti, sale da ballo; - E.5 Edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all’ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni;
- E.6 Edifici adibiti ad attività sportive:
– E.6(1) piscine, saune e assimilabili;
– E.6(2) palestre e assimilabili;
– E.6(3) servizi di supporto alle attività sportive; - E.7 Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- E.8 Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.
Per maggiori dettagli su come impostare l’unità residenziale o non residenziale – in TermiPlan – si rimanda alle FAQ 03 e 10
Nella prima pagina dell’APE, in alto a sinistra, è presente il riquadro in cui deve essere indicata la destinazione d’uso dell’unità.
Abbiamo pensato di realizzare un caso studio riguardante la redazione dell’ape di una villetta unifamiliare.
Il corso fornisce un esempio di calcolo della prestazione energetica di una villetta unifamiliare con l’ausilio del software TermiPlan, sulla base del DM 26/06/2015 – Decreti attuativi della Legge 90/2013 e della normativa tecnica UNI/TS 11300. Nel dettaglio vengono presentate tutte le informazioni utili per la modellazione dell’unità ed i dati di input necessari al calcolo.
In questa prima parte vedremo come costruire velocemente il modello 3D partendo dalla pianta 2D della villetta, rappresentando tutti gli elementi architettonici che la compongono (muri, porte, finestre e vani).
Per la seconda parte del caso studio si rimanda alla FAQ 112.
Per maggiori dettagli su tutti i corsi messi a disposizione da Analist Group, si rimanda al blog blog.analistgroup.com oppure al Canale Youtube
Vediamo la seconda parte del corso “Caso studio: Redazione di un’ APE di una villetta unifamiliare”. Il corso fornisce un esempio di calcolo della prestazione energetica di una villetta unifamiliare con l’ausilio del software TermiPlan, sulla base della normativa vigente. Nel dettaglio vengono presentate tutte le informazioni utili per la modellazione dell’unità ed i dati di input necessari al calcolo.
Vediamo nello specifico come stabilire la classe energetica dell’edificio, determinata sulla base dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio EP gl,nren, e stampare l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) con l’ausilio degli interventi migliorativi automatici di TermiPlan.
Questa seconda parte mostra come identificare il sistema edificio-impianto della villetta, con l’inserimento delle caratteristiche termofisiche di tutte le strutture dell’involucro (muri, porte, finestre e solai) e la definizione dell’impianto termico combinato. In questo, si avrà una stima del fabbisogno richiesto dalla villetta per mantenere le condizioni di comfort interno secondo i servizi energetici presenti, considerando un utilizzo standard.
Il corso mostra ed analizza in dettaglio:
- Assegnazione delle caratteristiche termofisiche;
– muri
– porte
– finestre
– solai
- Definizione dell’ impianto termico (sottosistema di generazione, distribuzione, emissione e regolazione);
- Inserimento automatico dell’intervento migliorativo;
- Verifica termica e stampa dell’APE.
Nella FAQ 111 è analizzata la prima parte del caso studio.
In questo video vediamo come inserire un nuovo materiale in TermiPlan.
Per eseguire questa operazione è necessario sempre avere a disposizione i parametri del materiale, reperibili su scheda tecnica, ed in particolare occorre conoscere:
- Densità [kg/m3]
- Permeabilità al vapore acqueo [kg/msPa] x 10-12
- µ – resistenza alla diffusione del vapore acqueo (in alternativa alla permeabilità al vapore acqueo)
- Conduttività termica λ [W/mk]
- Calore specifico [J/kgK]
L’operazione può essere eseguita per definire la stratigrafia di muri, solai, tetti e porte.
Il modello dell’Attestato di Prestazione Energetica si compone di diversi riquadri a colori, in particolare la scala delle classi energetiche riportata nella prima pagina.
Ad ogni classe è associato un colore, partendo dalla classe più efficiente A4 di colore verde per finire alla classe meno efficiente G in rosso.
Pertanto si consiglia di procedere sempre alla stampa a colori.
Il caso preso in esame riguarda la redazione dell’APE di un intero condominio costituito da unità termoautonome.
NOTA BENE: la presente procedura non è valida per la redazione degli ape “convenzionali” previsti al punto 12.2 del Decreto Requisiti tecnici del MISE, per quanto concerne le pratiche di superbonus 110%.
Si precisa che l’APE può riferirsi a più unità solo nel caso previsto dall’ Art. 6 del D.Lgs. 192/2005 comma 4 che recita testualmente:
” L’attestazione della prestazione energetica puo’ riferirsi a una o piu’ unita’ immobiliari facenti parte di un medesimo edificio. L’attestazione di prestazione energetica riferita a piu’ unita’ immobiliari puo’ essere prodotta solo qualora esse abbiano la medesima destinazione d’uso, la medesima situazione al contorno, il medesimo orientamento e la medesima geometria e siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto termico destinato alla climatizzazione invernale e, qualora presente, dal medesimo sistema di climatizzazione estiva.”
Passando alla parte pratica, prima di tutto occorre disegnare l’intera struttura quindi tutti gli appartamenti che compongono il condominio/edificio.
Essendo più appartamenti, al momento dell’individuazione dei vani, è preferibile inserire oltre al nome del vano anche l’appartamento di pertinenza.
Ad esempio al vano Letto associamo l’appartamento A (vedi figura).
Nella finestra Proprietà vano, per poter assegnare il nome dell’appartamento occorre prima di tutto spuntare l’opzione Appartamento e poi inserire nel campo a lato il nome dell’appartamento (vedi figura precedente).
Logicamente il nome del vano e dell’appartamento sono puramente arbitrari, ognuno può inserire i nomi che desidera.
Questo modus operandi è molto comodo quando si dovranno assegnare i vani di ogni unità alle zone termiche, in quanto tutti i vani saranno raggruppati in base al nome dell’appartamento.
A questo punto, dopo aver assegnato le caratteristiche termofisiche a tutti gli elementi dell’involucro edilizio (muri, solai, porte e finestre) nel pannello Stili, si passa a Gestione zone dove andremo a creare una sola unità immobiliare con al suo interno tante zone termiche quante sono le unità del condominio. Ogni zona rappresenterà un’unità immobiliare del condominio, pertanto sarà servita da una centrale termica autonoma e ad essa assoceremo solo i vani che compongono l’unità.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, supponiamo di avere un condominio con 4 unità immobiliari con impianto autonomo per il servizio di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria.
La schema logico del condominio è mostrato di seguito:
Unità immobiliare – Condominio | ||
zona termica SUB 1 | ||
Impianto riscaldamento: centrale SUB 1 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale SUB 1 | ||
zona termica SUB 2 | ||
Impianto riscaldamento: centrale SUB 2 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale SUB 2 | ||
zona termica SUB 3 | ||
Impianto riscaldamento: centrale SUB 3 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale SUB 3 | ||
zona termica SUB 4 | ||
Impianto riscaldamento: centrale SUB 4 | ||
Impianto acqua sanitaria: centrale SUB 4 |
Come si può notare dallo schema, ogni zona termica ha un nome differente (per semplicità il suo subalterno) e una centrale termica distinta rispetto alle centrali di tutte le altre zone, essendo ognuna di esse termoautonoma.
Ad ogni zona termica, come anticipato, devono essere assegnati tutti i vani che compongono la singola unità immobiliare; per cui alla zona SUB 1 saranno associati tutti i vani del subalterno 1, alla zona SUB 2 tutti i vani relativi al subalterno 2 e così via per tutte le altre zone.
La procedura vale anche nel caso in cui si volesse redigere la Relazione tecnica (ex legge 10/91) oppure l’Attestato di Qualificazione Energetica (AQE) per l’intero condominio.
I sistemi solari sono classificati dagli standard EN in due categorie:
- Factory Made, riguarda impianti tipo prodotto (o factory made) ovvero impianti collettore-accumulo, impianti monoblocco a circolazione naturale, impianti kit a
circolazione forzata. La norma di riferimento è la EN 12976 -1/2 o UNI EN 12976 -1/2. - Custom Built, riguarda sistemi a circolazione forzata assemblati in loco con componenti anche forniti da diversi produttori. La norma di riferimento è la EN 12977 -1/2/3 o UNI EN 12977 -1/2/3.
La norma di riferimento per i collettori solari è invece la UNI EN 12975-1 e UNI EN ISO 9806 (ex UNI EN 12975-2).
La certificazione Solar Keymark è una certificazione di qualità per collettori solari, sviluppata dall’ ESTIF (Federazione Europea Industria Solare Termico) che serve ad identificare quei prodotti solari che, oltre a possedere una certificazione in base alle norme CEN, contemplano standard qualitativi ancora più stringenti.
In particolari, tutti i prodotti con la certificazione Solar Keymark garantiscono:
• qualità, durata e affidabilità;
• compatibilità con i requisiti richiesti per l’ottenimento di incentivi pubblici.
Cliccando qui è possibile consultare l’elenco dei prodotti e delle aziende in possesso della certificazione Solar Keymark.
Oggi tale certificazione per i collettori solari è richiesta per poter accedere al Superbonus (ecobonus) 110%.
Il manuale d’uso di TermiPlan, TermiPlan Ape e TermiPlan Itaca, può essere consultato dalla sezione Stili (nel pannello a destra) sotto la voce Supporto > Manualistica.
L’archivio degli stili di default di TermiPlan – contenente le varie tipologie di muratura, infissi, porte e solai – può essere ricaricato manualmente dal menù File della finestra Browser Stili utilizzando il comando Carica archivio stili.
NOTA BENE: per aprire la finestra Browser Stili basta fare doppio clic su una riga del pannello Stili, dopo aver selezionato una delle entità architettonica (parete, finestra, porta o solaio/vano).
Quindi basta accedere alla cartella C:\Analist Group\TermiPlan 2024, al suo interno è presente il file TermLineBase.stile che deve essere selezionato ed aperto (pulsante APRI).
In questo modo verranno ricaricati tutti gli stili già disponibili in TermiPlan.
Il caso preso in esame riguarda la gestione di due o più vani, allineati e posizionati su differenti livelli, che creano un unico volume non avendo dei solai divisori intermedi.
In TermiPlan, per creare un unico volume costituito da più vani occorre rappresentare graficamente i vani sui diversi livelli e poi utilizzare l’opzione Superficie utile nulla – nella fase di assegnazione dello stile ai solai – per tutti i vani successivi a quello del piano terra (più basso).
Inoltre per tutti i succitati vani, non avendo un solaio fisico che li racchiuda, occorre utilizzare un solaio fittizio costituito da un unico strato d’aria per il solaio superiore ed inferiore.
Nello schema che segue viene illustrata l’impostazione globale dei singoli vani, da notare che il solaio inferiore del livello piano terra (calpestio) e quello superiore dell’ultimo livello (copertura) hanno la stratigrafia reale del solaio che li racchiude; quindi per questi due vani occorre utilizzare uno stile che rappresenti la reale stratigrafia dei solai.
In questo modo, il vano così modellato avrà come volume utile la somma dei volumi dei singoli vani e come superficie utile quella del vano al piano terra.
Il caso preso in esame riguarda un ambiente avente una parte soppalcata (vani A e B) ed una a tutta altezza (vani C e D) come mostrato in figura.
In TermiPlan, la soluzione a casi simili è creare prima di tutto due livelli ed inserire i vani così come indicati in figura.
Quindi avremo 4 vani di cui i vani A e B andranno trattati normalmente come sempre; mentre il vano C e D, che non hanno un solaio fisico di divisione, avranno un solaio fittizio costituito da un solo materiale (aria) che verrà impostato come solaio superiore per il vano C e come solaio inferiore per il vano D.
Infine, solo il vano D avrà attiva la spunta “Superficie utile nulla” all’interno della finestra di assegnazione degli stili ai solai, in modo che di questo vano venga preso solo il volume utile che insieme a quello del vano C costituiranno un unico ambiente/volume.
La UNI/TS 11300-4 al paragrafo 8.4.5 definisce i sistemi bivalenti o polivalenti come:
“Sistemi bivalenti o polivalenti: quando l’energia termica utile richiesta dall’edificio è fornita da almeno un generatore a biomasse e da uno o più generatori i cui consumi siano riconducibili a fonti non rinnovabili (combustibili fossili e energia elettrica)”
In presenza di tali sistemi con fluido termovettore acqua, la quota di energia utile fornita dai generatori a biomassa non può superare i valori riportati nel seguente prospetto:
In TermiPlan, per imputare sistemi bivalenti o polivalenti basta suddividere l’impianto di riscaldamento in due o più sotto-impianti, con relative centrali termiche distinte (una per ogni generatore), assegnando poi a ciascuno di essi la relativa quota parte in base a quanto riportato nel prospetto.
All’interno della zona termica basta cliccare sui 3 puntini a destra dell’impianto di riscaldamento (1), creare 2 sotto-impianti utilizzando il pulsante + (2) ed associare a ciascuno di essi la relativa centrale termica e percentuale di copertura.
Nel caso della figura all’impianto a biomasse, rappresentato dalla “Centrale biomasse”, è stato assegnato il 55% di copertura; all’impianto con generatore a metano – identificato dalla “centrale termica” – la restante parte ossia il 45%.
Il campo “Superficie in pianta dell’edificio a livello del terreno”, presente nei Dati Generali di TermiPlan, si riferisce alla proiezione sul piano del terreno della sagoma dell’edificio.
Tale parametro è richiesto dal D. Lgs. 28/2011 All. 3 per il calcolo della potenza elettrica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, che devono essere obbligatoriamente installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, misurata in kW, applicando la seguente formula:
P= (1/k)*S
Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in m2, e K è un coefficiente (m2/kW) che assume i seguenti valori:
- K = 80, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013;
- K = 65, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016;
- K = 50, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2017.
I valori del risparmio di energia non rinnovabile si acquisiscono nella sezione Superbonus e poi sul bottone Report
A video compare la Relazione di calcolo, contenente i dati richiesti per compilare l’Asseverazione Ecobonus 110% direttamente sul portale di ENEA
In TermiPlan è possibile importare solo file in formato DWG/DXF 2D.
Per ulteriori dettagli si rimanda alla FAQ 19
Ad ogni elemento del disegno di TermiPlan è associato un identificativo univoco (ID), che ne consente l’identificazione nella parte grafica. Facendo doppio clic col mouse sull’ID viene eseguito uno zoom estensione dell’elemento, come mostrato in figura.
L’ID è riportato nell’ultima colonna a destra delle grigle che elencano i vari elementi, siano essi murature, infissi, porte, etc. Tale procedura è presente anche nel pannello Superbonus, dove ogni elemento ha il suo ID. Quindi se si volesse intervenire solo su alcuni elementi, basta identificare le righe associate ad essi tramite l’utilizzo dell’ID ed associare solo a queste righe lo stile migliorativo.
Abbiamo pensato di realizzare un caso studio riguardante la gestione di una pratica Superbonus relativa ad una villetta unifamiliare.
Nel video si affrontano i vari aspetti correlati alla definizione dello stato ante e post operam.
La FAQ di ENEA n. 16D chiarisce quali requisiti devono essere rispettati affinchè l’installazione di un impianto VMC (ventilazione meccanica controllata) può beneficiare del Superbonus 110%:
- Il tecnico qualificato deve allegare una relazione tecnico-economica, in cui attesta che l’installazione di una VMC è l’unica soluzione per garantire l’assenza di muffe o condense interstiziali, dovute alla presenza di ponti termici non risolti con la coibentazione dell’involucro edilizio e con la ventilazione naturale.
- La relazione tecnico-economica deve asseverare che l’impianto di ventilazione installato permette un risparmio energetico, rispetto alla situazione che prevede la massima correzione dei ponti termici, con un numero di ricambi d’aria naturale secondo le norme UNI.
- Risultano ammissibili nel Superbonus 110% sono i sistemi VMC dotati di recupero di calore.
- L’installazione dei sistemi VMC dovrà avvenire unitamente all’intervento di isolamento termico delle superfici opache dell’involucro edilizio.
La FAQ di ENEA n. 16.D chiarisce anche che i sistemi di VMC possono accedere al superbonus 110% se sono associati ad un intervento di sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un impianto con fluido termovettore ad aria e siano con esso strettamente integrati. In questo caso i sistemi di VMC risultano parte integrante dell’impianto di climatizzazione invernale. Anche in questo caso il sistema di VMC deve essere dotato di recupero di calore, e deve garantire un risparmio energetico, asseverato dalla relazione di un tecnico abilitato, rispetto alla situazione che prevede un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNITS 11300-1 nell’ipotesi che sia alimentato esclusivamente con energia elettrica prelevata della rete.
La FAQ di ENEA n. 7.B chiarisce che ai fini della pratica Ecobonus, quando si compila l’Asseverazione sul portale di ENEA occorre inserire la stima del risparmio energetico annuo (espresso in kWh) che deriva dall’installazione della schermatura solare, comprese le tende da sole. Questa faq specifica che:
- Se l’unità immobiliare non è dotata di sistemi di raffrescamento dell’aria (ad esempio i condizionatori d’aria) il risparmio energetico sarà nullo. Sul portale di ENEA occorre inserire il valore “0”.
- Se l’unità immobiliare è dotata di un impianto per il raffrescamento, la riduzione del fabbisogno energetico estivo che deriva dalla posa di schermature solari deve essere calcolata analiticamente. Ovvero, il calcolo deve essere eseguito per ogni finestra oggetto di intervento, per poi sommare tutti i risparmi energetici derivanti e riportarne il risultato in fondo alla scheda descrittiva dell’intervento in detrazione.
L’edificio a energia quasi zero (nZEB) è definito come un “edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”. Il concetto di nZEB è stato introdotto dalla direttiva Europea 2010/31/EU, che è stata recepita in Italia con decreto-legge 63/2013, convertito in legge n. 90/2013.
Le caratteristiche di un “edificio a energia quasi zero” sono stabilite dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, “Requisiti Minimi” che definisce gli nZEB come gli edifici, sia di nuova costruzione che esistenti, per cui sono contemporaneamente rispettati i requisiti prestazionali previsti dal decreto stesso e gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili previsti dal Decreto Legislativo 28/2011 sulle rinnovabili.
Per gli impianti solari termici prefabbricati, per i quali si applica solo la norma UNI EN 12976, la producibilità specifica (in termini di energia solare annua prodotta QL per unità di superficie di apertura Aa), è misurata secondo la norma UNI EN 12976-2 con riferimento al valore di carico giornaliero, più vicino al volume netto nominale dell’accumulo.
Tale dato è riportato sull’apposito rapporto di prova (test report), redatto da un laboratorio accreditato e deve rispettare il seguente valore: maggiore di 400 kWht/m² anno, con riferimento alla località Würzburg.
I collettori solari devono rispettare anche i requisiti minimi imposti dal GSE, ovvero avere valori di producibilità superiori di 300 kWh/m2 anno.
I BTU (British Thermal Unit) è un’unità di misura della potenza termica, in uso nel Regno Unito, ma utilizzata sempre più spesso anche in Italia per indicare la potenza di pompe di calore, condizionatori e climatizzatori.
Ricordiamo che la potenza termica non è altro che il rapporto tra la quantità di calore scambiato e l’arco temporale in cui avviene tale scambio.
Il Watt (W) invece è l’unità di misura della potenza utilizzata nel sistema Internazionale.
Il rapporto tra le due unità di misura è pari a 1 W = 3.41 BTU/h, per cui per conoscere i Watt di una macchina occorre dividere i Btu/h per 3.41; viceversa per conoscere i Btu/h bisogna moltiplicare i Watt per 3.41.
Ad esempio una pompa di calore da 12000 Btu/h ha una potenza in W di 12000/3.41= 3519 W, equivalenti a 3.52 Kw
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 8 novembre 2021 n. 199, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 2021 n. 285, sono state variate le percentuali (da 50% a 60%, fino al 65% per edifici pubblici) di copertura da fonti rinnovabili dei consumi energetici dei nuovi edifici e di quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti (stabilite dal D. Lgs. 28/2011).
Nel suddetto decreto, al paragrafo 4 Allegato III, viene analizzato ed affrontato anche il caso in cui vi sia l’impossibilità tecnica di ottemperare agli obblighi di legge, in particolare viene stabilito che:
- L’impossibilita’ tecnica di ottemperare agli obblighi di integrazione e’ evidenziata dal progettista nella relazione di cui all’articolo 8, comma 1 del decreto legislativo 4 agosto 2005, n. 192, e dettagliata esaminando la non fattibilita’ di tutte le diverse opzioni tecnologiche disponibili.
- Nei casi di cui al punto 1, e’ fatto obbligo di ottenere un valore di energia primaria non rinnovabile, calcolato per la somma dei servizi di climatizzazione invernale, climatizzazione estiva e produzione di acqua calda sanitaria (EPH,C,W,nren), inferiore al valore di energia primaria non rinnovabile limite (EPH,C,W,nren,limite) calcolato secondo quanto previsto dal punto 3 in relazione ai servizi effettivamente presenti nell’edificio di progetto.
In TermiPlan, in caso di “impossibilità tecnica di ottemperare agli obblighi del D. Lgs 28/2011” basta spuntare la relativa opzione – presente nel pannello Dati Generali – per eseguire in automatico il calcolo specifico per questi casi.
Spesso sulle varie normative, in materia di certificazione energetica, troviamo la dicitura “Finestre comprensive di infissi” ma cosa s’intende con tale definizione?
Con finestre comprensive di infissi s’intendono tutte le chiusure opache e trasparenti, apribili e assimilabili, comprensive di chiusure oscuranti (persiane, avvolgibili, etc).
Nella stampa dell’ape, nella sezione relativa alle fonti rinnovabili vanno elencati gli impianti utilizzanti fonti rinnovabili in situ presenti nell’edificio, quali, ad esempio pompe di calore anche già presente sopra), solare termico, fotovoltaico, ecc. ; Per questi impianti ci si limiterà ad indicare la potenza nell’apposita colonna.
In particolare si indicheranno:
- potenza di picco per il fotovoltaico,
- la potenza nominale elettrica per il minieolico,
- la potenza utile per le pompe di calore.
Tutte le potenze si indichino espresse in [kW]. Nel caso di collettori solari termici, invece della potenza in kW si indicherà il valore della superficie di apertura installata in m2
.
Fonte: FAQ MISE Ottobre 2015
Nel nuovo modello di APE, introdotto dal DM 2015, è presente una sezione relativa agli impianti combinati; ma cosa si intende con tale definizione e quando vanno compilati?
Per “impianto combinato” si intende un impianto asservente più servizi energetici.
Suggeriamo comunque di non compilare tale riga in quanto i generatori sono già presenti nelle righe relative ai vari servizi (Fonte FAQ MISE Ottobre 2015).
La UNI/TS 11300-1, aggiornata nel 2014, recita testualmente:
“Nel caso in cui il ponte termico si riferisca ad un giunto tra due strutture che coinvolgono due zone termiche diverse, il valore della trasmittanza termica lineare, dedotto dalla UNI EN ISO 14683 ‘o UNI EN ISO 10211’, deve essere ripartito in parti uguali tra le due zone interessate.”
In TermiPlan, per eseguire la ripartizione del ponte termico, basta inserire la spunta nella relativa cella del ponte termico in esame (vedi figura).
In TermiPlan 2024 è possibile operare con l’input grafico (vedi faq 111) oppure con quello tabellare per l’inserimento dell’edificio, oggetto di calcolo termico.
Video youtube: https://www.youtube.com/watch?v=KVqR5I4DBVA
In questo articolo, viene analizzata la modalità operativa dell’input tabellare.
Dopo aver creato un nuovo progetto di TermiPlan, dalla videata iniziale (comando Nuovo), basta attivare subito il comando TermiPlan dalla toolbox dei comandi a sinistra (ultima voce in basso) oppure dal menù in alto Tools > TermiPlan per aprire la finestra di scelta; in questa dovrà essere attivato il check “Input tabellare”.
Quindi si aprirà a video la finestra per l’inserimento dei Dati Generali, relativi all’edificio/unità, al tipo di intervento da eseguire ed al tecnico certificatore; occorrerà compilare tutti i campi per proseguire.
Infine, si aprirà il pannello a destra per l’inserimento di tutti i dati geometrici e termo-fisici dell’edificio/unità oggetto di calcolo.
Per inserire i dati geometrici, si deve operare all’interno di un’unità immobiliare e pertanto si può utilizzare una di quelle già presenti nel software oppure crearne una nuova facendo tasto destro del mouse sulla voce (in alto) Stato di Fatto.
All’interno dell’unità immobiliare, occorre poi operare nella zona termica per poter inserire uno o più vani ad esso afferenti. Supponiamo di voler utilizzare la prima unità di default, apriamo la stessa (cliccando sul segno + alla sua sinistra) e facciamo tasto destro sulla zona riscaldata, nel menù a video bisognerà scegliere il comando “Aggiungi vano”.
Per semplicità, inseriamo un unico vano che rappresenti l’intera unità da certificare ma nulla vieti di inserire tutti i singoli vani dell’unità.
I parametri richiesti sono un nome del vano, eventuale appartamento a cui afferisce (il campo è editabile per cui è possibile digitare il testo al suo interno), la superficie utile in pianta (mq) ed il volume utile netto (mc).
A questo punto, è possibile inserire tutti gli elementi architettonici del vano facendo semplicemente tasto destro su di esso e selezionando l’entità da inserire.
Per ciascuna entità verranno chiesti i dati geometrici caratteristici, ed in base al vano inserito (intera unità o singolo vano) occorrerà digitare i valori corretti.
Per l’impostazione dei dati impiantistici si procede allo stesso modo dell’input grafico, vedi FAQ 112.
Al termine dell’inserimento di tutti i dati si potrà procedere alla verifica termica, attivando l’apposito comando, ed alla stampa dei vari elaborati operando nella sezione dedicata alle stampe.
Certamente, in TermiPlan è possibile stampare un “modello tipo” di verbale di sopralluogo a firma del tecnico certificatore e del cliente o suo delegato.
Si rammenta che il DM 26 Giugno 2015 – Allegato 1 prevede, tra i vari compiti del soggetto certificatore, l’esecuzione di almeno un sopralluogo obbligatorio.
In TermiPlan, nel pannello Legge 90/2013, è possibile stampare il verbale di sopralluogo selezionando l’apposita voce dal campo Stampe, come mostrato in figura. Il documento è chiaramente salvabile in formato testo (Microsoft Word .docx).
Inoltre, nella barra degli strumenti in alto, è presente il tasto Sopralluogo che consente di stampare un documento (pdf editabile) da portare durante il sopralluogo e compilare con tutti i dati rilevati.
In TermiPlan, si può visualizzare il report delle dispersioni termiche, suddiviso per tipologia di entità architettonica, disattivando il check “Report dettagliato” dalla sezione Impostazioni (in alto a sinistra sull’area di lavoro).
In questo modo, una volta eseguita la verifica termica – all’interno del pannello Legge 90/2013 – verrà visualizzato il report dettagliato delle dispersioni termiche, scorrendo semplicemente i risultati a video.
Per ciascun elemento è mostrato il relativo valore di dispersione e la % di incidenza sul totale delle dispersioni complessive dell’unità.
Il caso preso in esame riguarda il seguente errore che potrebbe presentarsi in fase di caricamento del file XML dell’APE sui portali regionali:
- Codice ISTAT errato
- Codice Catastale errato
- I campi “nome”, “cognome”, “denominazione” (se “tipoSoggettoCertificatore” è “0” o “1”), “tipoSoggettoCertificatore”, “indirizzo”, “email”, “telefono”, “titolo” in “soggettoCertificatore” sono obbligatori
- Se tipoSoggettoCertificatore è uguale a “0=Ente/organismo pubblico” o “2=organismo/società” è obbligatorio inserire il campo denominazione, che deve corrispondere a quello inserito in fase di registrazione al portale regionale.
Per poter risolvere i primi 2 errori è sufficiente ricaricare il Comune nei Dati Generali di TermiPlan ed accertarsi di utilizzare una vers. aggiornata del software (2023 o superiore).
I restanti errori sono dati dall’incongruenza dei dati del certificatore inseriti in TermiPlan (Dati Generali) e quelli presenti nella propria area riservata del sito regionale. Pertanto si consiglia di aprire il profilo personale sul sito regionale e controllare ogni singolo dato con quello inserito in TermiPlan, in particolare si consiglia di prestare attenzione all’uso delle MAIUSCOLE/MINUSCOLE ed a tutti gli altri campi, in particolare all’indirizzo, che devono corrispondere alla lettera.
Ad esempio, se sul portale regionale è stato inserito l’indirizzo “via Roma, 102” anche in TermiPlan dovrà essere inserito “via Roma, 102” e non “via Roma”, che costituisce un errore di incongruenza.
In TermiPlan è possibile disattivare la licenza d’uso di uno o più moduli.
Per eseguire tale operazione, basta attivare il comando TermiPlan [1] (posizionato in basso a sinistra nella toolbox laterale) per visualizzare la barra degli strumenti – nella parte alta dell’area di lavoro – e poi cliccare su Informazioni.
Nella finestra Informazioni occorre cliccare su Abilitazione (vedi figura).
Infine, per disattivare la licenza d’uso e quindi l’attivazione di TermiPlan, basterà cliccare sul tasto della colonna “Trasferisci Licenza” relativo al modulo da disabilitare.
Al termine di questa operazione sarà possibile attivare il software su un nuovo pc.
Per qualunque richiesta di assistenza tecnica basta scrivere a [email protected] oppure contattarci tramite i nostri canali dedicati https://www.analistgroup.com/it/support
In TermiPlan, per poter inserire un nuovo intervento migliorativo – che preveda l’installazione di un impianto solare fotovoltaico – occorre operare con gli interventi manuali, per cui vanno disattivati prima quelli automatici (vedi FAQ 29) se eventalmente attivi.
Quindi si crea un nuovo intervento migliorativo, dal pannello Stili (come mostrato nella FAQ 89), selezionando “REN 6 – FONTI RINNOVABILI” come tipologia di intervento ed inserendo tutti gli altri dati richiesti.
A questo punto, in Gestione Zone, non bisogna far altro che accedere alla zona termica o zone termiche dell’unità immobiliare (oggetto di calcolo), facendo doppio clic su ciascuna di esse, ed operare come mostrato nella FAQ 20.
Riepilogando, nello stato di fatto, all’interno della zona/e avremo nessuna centrale termica associata alla voce “centrale termica elettrica”.
Nell’intervento migliorativo, invece avremo una centrale termica associata a tale servizio come mostrato in figura.
L’Allegato 1 (articolo 3) delle “Linee Guida nazionali per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici” stabilisce che:
“Nel caso di edifici esistenti nei quali coesistono porzioni di immobile adibite ad usi diversi (ad esempio residenziale ed altri usi), qualora non fosse tecnicamente possibile trattare separatamente le diverse zone termiche, l’edificio è valutato e classificato in base alla destinazione d’uso prevalente in termini di volume riscaldato.”
In TermiPlan, l’anno di installazione và inserito nella videata relativa al generatore; in particolare, in alto a destra, sono presenti gli appositi campi da compilare.
Per visualizzare la videata del generatore, basta aprire la centrale termica – in cui è collocato – e fare doppio clic su di esso.
NOTA BENE: nel caso non venga inserita la data di installazione, verrà utilizzata quella di costruzione dell’edificio. Si consiglia pertanto di compilare sempre il campo “Anno di installazione”.
Nella FAQ 53 viene invece trattato l’inserimento del codice Catasto.
In TermiPlan è possibile esportare l’archivio degli stili da un progetto per poi ricaricarlo, eventualmente, in un altro progetto.
L’operazione si esegue manualmente dal menù File della finestra Browser Stili utilizzando il comando Salva archivio.
NOTA BENE: per aprire la finestra Browser Stili basta fare doppio clic su una riga del pannello Stili, dopo aver selezionato una qualunque entità architettonica (parete, finestra, porta o vano).
A questo punto, si aprirà una finestra in cui inserire il nome da assegnare all’archivio e la cartella di salvataggio. Il file cosi salvato rappresenta l’intero archivio completo, contiene gli stili di tutte le entità architettoniche, ossia pareti, finestre, porte e solai.
Infine, per caricare l’archivio in un nuovo progetto, basterà attivare il comando Carica Archivio stili sempre dal menù File della finestra Browser Stili e selezionare il file salvato al punto precedente.